Le previsioni di crescita economica nel 2024 a livello mondiale. Sorprese e conferme
Sembra che le previsioni a riguardo per il 2024 sono state riviste al ribasso da parte di alcune delle principali istituzioni finanziarie internazionali. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che il PIL globale crescerà del 2,7% quest’anno, rispetto alle stime precedenti che ne davano un aumento del 3,8%.
Con l’inizio dell’anno nuovo, dopo esserci guardati indietro e aver osservato quale è stato l’andamento dei mercati lungo il corso del 2023, osserviamo cosa prevede il mondo in termini di crescita economica per il 2024.
Sembra che le previsioni a riguardo per il 2024 sono state riviste al ribasso da parte di alcune delle principali istituzioni finanziarie internazionali. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che il PIL globale crescerà del 2,7% quest’anno, rispetto alle stime precedenti che ne davano un aumento del 3,8%. Mentre la Banca Mondiale prevede una crescita del 3,1% nello stesso arco di tempo.
Infatti, secondo l’ultimo sondaggio dell’FMI riguardante gli scenari economici a venire, il 60% degli economisti interpellati hanno definito le prospettive economiche globali come “anemiche” e prevedono un “peggioramento generale delle condizioni nell’anno a venire”, pur restando d’accordo sulla carenza di rischi per quanto riguarda la possibilità di gravi recessioni.
Il rallentamento della crescita è dovuto a una serie di fattori, molti dei quali sono nati e cresciuti negli scorsi anni.
Partendo da questioni geopolitiche come gli eventi bellici in corso in Ucraina e in Medioriente, che aumentano l’incertezza per le nazioni coinvolte direttamente o indirettamente nei conflitti e le conseguenti spese allo scopo di indebolire uno dei lati, siano esse spese militari o perdite dovute a sanzioni inferte al settore commerciale.
Anche l'inflazione aumentata fino a raggiungere livelli record in molti paesi sviluppati sta ancora inferendo gli apparentemente ultimi colpi di coda, nonostante sembri che l’aumento dei tassi d’interesse che ha caratterizzato il 2023 sia giunto alla fine.
Tuttavia, questa politica di restrizione adottata da tutte le principali banche centrali non ha contrastato del tutto gli effetti dell’inflazione sul breve termine. Causando un rallentamento dell’economia di molti paesi colpiti da questa erosione del potere d’acquisto dei propri abitanti, soprattutto quegli Stati che hanno un debito pubblico elevato e hanno visto un basso aumento dei salari negli anni passati, come l’Italia.
Questo rallentamento della crescita economica si rifletterà in tutte le aree del mondo, le previsioni a riguardo variano a seconda dell'area.
A livello globale, varie fonti fra cui il sito di statistica tedesco Statista vedono l’inflazione in calo. Con un aumento che passerà da quasi il 7% dell’anno appena concluso a un +5,7% previsto per il 2024 e un +4,6% per il 2025.
L’OCSE prevede una crescita del PIL media per quest’anno da parte dei suoi paesi membri dell’1,4%, che va a raddoppiare se si contano solamente i paesi membri del G20 raggiungendo un +2,8%.
Lo stesso segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann ha dichiarato a riguardo che “Le economie di tutto il mondo continuano a affrontare sfide sia di bassa crescita e alta inflazione”, prevedendo che quest’ultima “sarà tornata al valore scelto come obiettivo dalle Banche Centrali entro il 2025 nella maggior parte delle economie.”
Andando a vedere altre previsioni di crescita per quest’anno, per i paesi parte della APEC (Asia Pacific Economic Cooperation) fra i quali figurano anche Stati Uniti e Cina si prevede un rallentamento nella crescita dal 3,3% del 2023 al 2,8%, complici i problemi anche di natura meteorologica che ostacolano il commercio attraverso l’Oceano Pacifico.
L’Unione Europea invece prevede un aumento dell’1,3% del PIL complessivo, con un leggero calo dello 0,1% rispetto alle previsioni dell’estate. In aumento rispetto allo 0,6% del 2023, in ribasso rispetto a quanto si aspettava la Commissione Europea. Mentre per l’Eurozona le previsioni del 2024 parlano di un +1,2% del PIL.
Nelle economie emergenti e in via di sviluppo, la crescita è prevista in lieve aumento. Il FMI prevede una crescita del 4,5% nel 2024. La Banca Mondiale, invece, prevede una crescita del 4,3% nel 2024.
Guardando invece alcuni Stati singolarmente, per quanto riguarda l’Italia l’OCSE la prevede come uno dei fanalini di coda fra gli Stati del G20 in termini di crescita quest’anno, con una crescita dello 0,7%.
Situazione simile anche per la Germania, il Regno Unito e la Francia: anche per essi la previsione è di una crescita fra lo 0,6 e lo 0,8%, unendosi al nostro paese in coda davanti solamente all’Argentina fra i 20 Stati, in quanto per quest’ultima la previsione quest’anno è di un forte calo del suo PIL.
Mentre dall’altro opposto della lista, l’OCSE prevede un aumento maggiore per le nazioni asiatiche con India, Indonesia e Cina che sono gli Stati con la crescita economica del proprio Prodotto Interno Lordo più alta prevista fra i 20 membri.
Per Nuova Delhi si prevede un +6,1%, Giacarta un +5,2% e Pechino un +4,7%. Tutte ben sopra la media del G20 citata in precedenza. Nel caso della Cina, lo stesso presidente Xi Jinping ha dichiarato nel discorso di fine anno alla nazione la sua intenzione di “migliorare e consolidare il trend positivo di crescita economica” per il paese del Dragone.
Pur avendo queste premesse e previsioni all’inizio dell’anno, è sempre bene prestare attenzione a cosa potrebbe accadere nei mesi a venire e pianificare di conseguenza. Perché non sappiamo che mondo e economie ci troveremo davanti fra 366 giorni, ma possiamo cercare di adattarci ai potenziali cambiamenti in base a ciò che sappiamo o possiamo venire a sapere.
Informarsi sempre su cosa sta succedendo. Per l’oggi e per il domani.
La citazione di oggi è la seguente:
“Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta.”
Robert Kennedy
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