Il declino del potere d'acquisto di fronte all'aumento dei prezzi. Una prospettiva economica globale
Negli ultimi anni, il potere d'acquisto delle famiglie ha subito un forte contraccolpo a causa dell'inflazione galoppante. L'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità ha reso la vita quotidiana più costosa per milioni di persone. Esploriamo le cause profonde di questo fenomeno economico e le sue implicazioni per il futuro.
Arrivati a quello che per molti è il punto delle vacanze, periodo nel quale facciamo le maggiori analisi e considerazioni della nostra vita, la cosa importante è analizzare quello che in questo momento è il caro vita e quanto è importante la valorizzazione degli investimenti per recuperare quello che è l'impatto dell'inflazione.
Soprattutto negli ultimi anni, abbiamo assistito a un'impennata dell'inflazione che ha eroso significativamente il potere d'acquisto degli italiani. Questo fenomeno è particolarmente preoccupante se consideriamo che gli stipendi e i redditi nel nostro paese sono sostanzialmente fermi da circa 30 anni.
Parlando di ciò, facciamo un passo indietro: per molto tempo abbiamo vissuto in un contesto di inflazione relativamente bassa. Secondo i dati ISTAT, tra il 1999 e il 2019, l'inflazione media annua in Italia è stata di circa l’1,8% con addirittura alcuni anni dove i prezzi medi sono calati.
In quel periodo, nonostante gli stipendi fossero già stagnanti, il nostro potere d'acquisto sembrava rimanere più o meno invariato. In realtà, stava diminuendo gradualmente, ma il processo era così lento da risultare quasi impercettibile.
Ora, con l'inflazione che negli scorsi due anni ha raggiunto picchi mai visti da decenni, la situazione è diventata meno sostenibile, considerando i redditi italiani. Il risultato è stato una perdita significativa del potere d'acquisto.
Secondo l'ISTAT, nel 2022 l'inflazione in Italia ha raggiunto l'8,1%, il livello più alto dagli anni ‘80. L’anno scorso la percentuale è calata, attestandosi comunque a un 5,7% creando non pochi problemi alle famiglie italiane.
Ma la stagnazione degli stipendi non è un fenomeno recente. Se guardiamo ai dati Eurostat, negli ultimi 30 anni vediamo che l'Italia è uno dei pochi paesi sviluppati dove i salari reali sono addirittura diminuiti. Lo stesso istituto di statistica fa notare che, tra il 1990 e il 2020, i salari reali in Italia sono scesi del 2,9%, oltre a diminuire del 3,4% nei tre anni successivi.
Per contestualizzare ulteriormente, consideriamo alcuni dati sul costo della vita. Secondo l'Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel 2022:
-
il costo medio di un carrello della spesa è aumentato del 9,1%;
-
le bollette energetiche sono cresciute in media del 64,7%;
-
il costo dei carburanti è salito del 28,5%.
Questi aumenti hanno colpito duramente le famiglie italiane, soprattutto considerando che, secondo l'ISTAT, nel 2021 il reddito medio delle famiglie italiane era di 33.000 euro all'anno, praticamente invariato rispetto al 2020.
Questa situazione pone una domanda cruciale: come possiamo proteggere il nostro potere d'acquisto in un contesto di inflazione elevata e stipendi stagnanti?
La stagnazione salariale in Italia ha radici profonde e complesse. Tra i fattori che contribuiscono a questa situazione ci sono:
-
la bassa produttività del lavoro: secondo l'OCSE, la produttività del lavoro in Italia è cresciuta solo dello 0,3% all'anno tra il 2000 e il 2019, contro una media OCSE dell'1,5%;
-
l'elevata pressione fiscale sul lavoro: l'Italia ha uno dei cunei fiscali più alti d'Europa;
-
la struttura del mercato del lavoro, caratterizzata da un'alta percentuale di piccole e medie imprese che spesso faticano a offrire salari competitivi.
Allora come è possibile risolvere questo calo di potere d’acquisto lento, invisibile e costante?
La risposta sta negli investimenti. In un mondo in cui il denaro lasciato fermo sul conto corrente perde valore giorno dopo giorno, investire diventa non solo un'opportunità, ma una necessità.
Ci permettono di far crescere il nostro capitale nel tempo, idealmente a un tasso superiore a quello dell'inflazione. In questo modo, possiamo non solo preservare il nostro potere d'acquisto, ma potenzialmente aumentarlo.
Naturalmente, non tutti gli investimenti sono uguali. È fondamentale adottare un approccio diversificato e ponderato, che tenga conto del nostro profilo di rischio e dei nostri obiettivi finanziari.
Alcuni strumenti che possono aiutarci a combattere l'inflazione includono le azioni, le quali storicamente hanno offerto rendimenti superiori. Secondo un'analisi di Credit Suisse, tra il 1900 e il 2023, ovvero i dati di cui la maggior parte dei mercati dispone, le azioni globali hanno offerto un rendimento reale medio annuo del 5%.
È importante sottolineare che investire comporta sempre dei rischi e che è fondamentale informarsi adeguatamente e, se necessario, informarsi prima di prendere decisioni d'investimento.
Allo stesso tempo, è fondamentale continuare a monitorare e a discutere la situazione degli stipendi in Italia. La stagnazione salariale è un problema strutturale che richiede interventi a livello politico. Come cittadini, dobbiamo essere consapevoli di questa situazione e partecipare attivamente al dibattito pubblico su come affrontarla.
Vi invito a riflettere sulla vostra situazione finanziaria personale alla luce di quanto detto oggi. Considerate come potreste ottimizzare i vostri investimenti per proteggere il vostro potere d'acquisto.
La citazione di oggi è la seguente:
“Come gnu che migrano, gli investitori si seguono a vicenda e seguono l'analista. A volte incontrano un burrone nel loro viaggio.”
Jeroen Van Der Veer
Rendiamo la finanza amichevole, vi aspetto.
Per chi vuole acquistare i libri, il cui ricavato andrà totalmente in beneficenza:
https://www.amazon.it/kindle-dbs/entity/author/B08FF1ZFV9
Adesso puoi anche dialogare con il mio "Gemello Digitale", per chiedere le informazioni che ti servono in materia di educazione finanziaria. Clicca sul seguente link: Digital Twin