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I bias cognitivi: quando la mente inganna le tue scelte finanziarie. Esserne consapevoli è il primo passo

Riconosci le trappole cognitive che condizionano le tue decisioni, impara a superarle concretamente e gestisci meglio il tuo denaro. Anche nella vita quotidiana e, soprattutto, come apprendere strategie concrete per superarli e prendere decisioni più razionali.

La Finanza Amichevoledi La Finanza Amichevole   

Quante volte vi è capitato di prendere una decisione finanziaria e poi pentirvi? Non siete soli. La nostra mente è piena di trappole cognitive che ci portano a prendere decisioni irrazionali, soprattutto quando si tratta di denaro.

In questo articolo esploreremo la finanza comportamentale, trattando i principali bias cognitivi che influenzano le nostre scelte finanziarie. Vedremo come riconoscerli nella vita quotidiana e, soprattutto, apprenderemo strategie concrete per superarli e prendere decisioni più razionali.

Uno dei bias più potenti è l'avversione alla perdita. Studi dimostrano che la sofferenza provata per una perdita è circa due volte più intensa del piacere per un guadagno equivalente. In pratica, perdere 100 euro ci fa soffrire il doppio rispetto alla gioia che proviamo nel guadagnarne altrettanti.

Questo bias si manifesta spesso nella tendenza a mantenere troppo a lungo investimenti in perdita, sperando che si riprendano, mentre vendiamo troppo presto quelli in guadagno per mettere al sicuro il profitto.

Facciamo un esempio pratico: avete acquistato azioni di una società a 10 euro, il prezzo scende a 7 euro. Invece di valutare oggettivamente il potenziale futuro dell’azienda, molti investitori si rifiutano di vendere finché il prezzo non torna almeno al valore iniziale, anche quando tutte le analisi indicano che l'azienda è in difficoltà.

Un altro importante bias è quello di conferma: tendiamo a cercare e dare più peso alle informazioni che confermano le nostre convinzioni, ignorando quelle contrarie.

Negli investimenti questo comportamento ci porta spesso a leggere solo notizie positive sulle aziende in cui abbiamo investito e a ignorare eventuali segnali d'allarme. Ad esempio, se crediamo che il mercato immobiliare sia un ottimo investimento, cercheremo prevalentemente articoli che sostengano questa convinzione, ignorando quelli che evidenziano possibili rischi.

Un caso concreto riguarda gli investitori in criptovalute: spesso si segue soltanto influencer che parlano positivamente del settore, rafforzando così le proprie idee e trascurando pareri scettici di esperti.

L'effetto gregge rappresenta la tendenza a seguire ciò che fanno gli altri. È alla base di molte bolle speculative: quando vediamo molte persone acquistare un determinato asset, crediamo erroneamente che abbiano informazioni migliori delle nostre.

Ricordate la bolla delle dot-com negli anni '90 o la recente mania dei meme stock come GameStop? Questi sono esempi tipici dell'effetto gregge, che può portare a valutazioni scollegate dalla realtà economica.

L’ultimo bias di cui parleremo è quello dell’ancoraggio, ovvero la tendenza a dare troppo peso alla prima informazione ricevuta. Nel contesto finanziario, spesso ci ancoriamo a prezzi passati.

Ad esempio, se un'azione valeva 100 euro e ora ne vale 50, possiamo pensare erroneamente che sia "a sconto". Tuttavia, il prezzo passato potrebbe non essere rilevante per il valore attuale o futuro dell'azienda.

Analogamente, se compriamo una casa a 300.000 euro, tendiamo a usare questo prezzo come riferimento anche quando il mercato cambia drasticamente.

I bias cognitivi influenzano anche la nostra gestione quotidiana del denaro. Avete mai notato come sia facile spendere 5 euro al giorno per un caffè e un cornetto (150 euro al mese), ma esitare a spendere la stessa somma per un corso di formazione? Questo è l'effetto inquadramento, per cui percepiamo diversamente la stessa somma di denaro a seconda del contesto.

Oppure, avete mai continuato a pagare un abbonamento inutilizzato solo perché ormai l'avete già pagato? È il bias del costo sommerso: diamo peso alle spese già sostenute invece di valutarne esclusivamente i benefici futuri.

Molti rimandano la pianificazione pensionistica perché percepita come un problema "del futuro". Questo è il bias del presente, che porta a privilegiare il benessere immediato rispetto a quello futuro.

Ora che abbiamo identificato i principali, vediamo alcune strategie efficaci per superarli:

  • Automatizzare le decisioni finanziarie: impostare trasferimenti automatici per risparmi e investimenti elimina la tentazione di procrastinare o spendere impulsivamente.

  • Seguire regole predefinite: stabilire anticipatamente regole chiare per le decisioni finanziarie in momenti emotivamente neutri aiuta a prevenire scelte impulsive durante periodi di euforia o panico.

  • Cercare attivamente punti di vista opposti: per combattere il bias di conferma, fate uno sforzo per cercare informazioni che contraddicono le vostre convinzioni.

  • Adottare una prospettiva esterna: chiedetevi "che consiglio darei a un amico in questa situazione?". Spesso siamo più razionali nel dare consigli ad altri che nel prendere decisioni per noi stessi.

I bias cognitivi sono parte integrante della natura umana e non possono essere eliminati completamente. Tuttavia, esserne consapevoli è il primo passo fondamentale per limitare il loro impatto sulle nostre decisioni finanziarie.

Ricordate sempre che anche i professionisti del settore finanziario sono soggetti a questi errori. La differenza è che i migliori hanno sviluppato sistemi e procedure per gestirli efficacemente.

La citazione di oggi è la seguente:

"Per me la vita è una sfida. E sarà una sfida tra vivere fino a cent'anni oppure diventare miliardaria."
Beah Richards

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