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Dalla nascita alla laurea: quanto costa crescere un figlio e come pianificare il futuro

Ogni fase della crescita comporta spese significative, dall’infanzia alla scuola, fino all’università. Una pianificazione finanziaria strategica è la chiave per affrontarle con serenità. Inizia ora a programmare il futuro di tuo figlio e investi in modo consapevole: è il modo migliore per offrirgli tutte le opportunità che merita.

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Il percorso di crescita di un figlio è un viaggio straordinario che comporta una serie di costi variabili, dall’alimentazione e vestiario fino alle spese scolastiche e universitarie. Secondo un rapporto di Bankitalia e alcune stime condotte da associazioni dei consumatori, la spesa complessiva per mantenere un figlio dalla nascita fino all’università può superare i 170.000-200.000 euro complessivi (fonte: Bankitalia, 2019).

In Italia, i fattori che incidono in maniera più significativa riguardano:

  1. Le prime esigenze (0-3 anni): pannolini, latte in polvere, visite mediche, asilo nido.

  2. L’età scolare (3-14 anni): materiale didattico, abbigliamento, attività extra-scolastiche.

  3. L’adolescenza e la scuola secondaria (14-19 anni): spese scolastiche più consistenti, trasporti, corsi di lingue, sport.

  4. L’accesso all’università (19+ anni): tasse universitarie, libri, eventuali affitti fuori sede.

In questo “episodio” analizzeremo in modo più dettagliato le voci di costo, fornendo esempi pratici e statistiche verificabili. Il nostro obiettivo è rendere chiaro come ogni fase della crescita presenti sfide finanziarie diverse e quanto sia importante pianificare sin dalla nascita, se non prima.

Le prime fasi di crescita (0-3 anni)

  • Pannolini e cura del bambino: Nei primi anni di vita, una delle spese più ricorrenti riguarda i pannolini. Un bambino ne utilizza in media 5-7 al giorno, per un costo mensile che può variare tra i 40 e i 60 euro. Sommando anche le salviette e i prodotti per la cura della pelle, si può facilmente superare una spesa di 700 euro all’anno.

  • Latte in polvere e alimentazione: Non sempre è necessario acquistare latte in polvere, ma nel caso in cui l’allattamento al seno non sia possibile, questa spesa può incidere per ulteriori 60-100 euro al mese. Durante lo svezzamento, i costi legati agli omogeneizzati e ai prodotti specifici per l’infanzia possono aggiungere fino a 40 euro mensili (fonte: Federconsumatori, 2020).

  • Visite mediche e vaccini: Nonostante la maggior parte dei vaccini sia coperta dal Servizio Sanitario Nazionale, alcune visite specialistiche o pediatriche private possono incidere notevolmente.

  • Asilo nido: Questa voce può essere particolarmente gravosa. I costi variano a seconda della regione e del tipo di struttura (pubblica o privata). In media, una famiglia italiana spende circa 300-400 euro al mese per l’asilo nido, con punte che superano i 500 euro nelle grandi città (fonte: Istat, 2021).

Esempio: una coppia di genitori che vive in un’area metropolitana e fa affidamento all’asilo nido privato potrebbe arrivare a spendere, in un anno, 4.000-5.000 euro solo per la retta. Aggiungendo pannolini, prodotti per l’infanzia, eventuali visite specialistiche e alimentazione, la spesa complessiva per i primi 3 anni può superare agevolmente i 10.000-15.000 euro.

L’età scolare (3-14 anni)

  • Scuola materna e primaria: Se si opta per una scuola pubblica, le spese riguardano per lo più il materiale didattico (zaini, libri, quaderni, penne) e la mensa. Un kit base di materiale scolastico può costare tra i 100 e i 150 euro all’anno, ma la spesa cresce con l’età e con le esigenze di ogni bambino.

  • Abbigliamento: Crescere comporta la necessità di sostituire vestiti e scarpe con una certa frequenza. In media, una famiglia spende intorno ai 400-500 euro all’anno per l’abbigliamento di un bambino in età scolare (fonte: Codacons, 2021).

  • Attività extra-scolastiche: Sport, corsi di lingua, lezioni di musica o altre attività possono pesare tra i 200 e i 1.000 euro all’anno, a seconda della disciplina e della frequenza.

  • Gite e uscite: La scuola organizza spesso viaggi di istruzione o escursioni didattiche, con costi che variano da 10 euro per uscite brevi a 300 euro per viaggi di più giorni.

Esempio: ponendo un costo medio annuo di 300 euro per la mensa scolastica, 150 per il materiale e 300 per le attività extra-scolastiche, la spesa potenziale può raggiungere circa 750 euro l’anno. Su un arco di 8-9 anni (materna + primaria + secondaria di primo grado), si arriva facilmente a oltre 6.000-7.000 euro.

Dalla preadolescenza all’università (14-19+ anni)

  • Scuola secondaria di secondo grado (superiori): Le spese per i libri di testo alle superiori possono superare i 300-400 euro a inizio anno (talvolta 500 euro, soprattutto per certi indirizzi).

  • Trasporti: Se la scuola si trova in un’altra città o se è necessario utilizzare mezzi pubblici, l’abbonamento mensile può costare dai 30 ai 60 euro. In un anno scolastico di circa 9 mesi, la spesa supera agevolmente i 300 euro.

  • Attività aggiuntive e corsi di lingue: In vista dell’università o del mondo del lavoro, molti genitori scelgono di investire in corsi di preparazione, certificazioni linguistiche (es. Cambridge, IELTS) che, a seconda del livello, possono costare tra i 300 e i 1.000 euro.

  • Università: Le tasse universitarie in Italia sono variabili. Negli atenei pubblici ci si aggira in media fra i 1.000 e i 2.500 euro all’anno, a seconda del reddito familiare (fonte: MIUR, 2022). Per chi studia fuori sede si aggiungono le spese di affitto, che possono oscillare fra i 250 e i 500 euro mensili in base alla città, fino a toccare cifre più elevate a Milano o a Roma. Da non dimenticare libri, dispense e spese di vitto.

Esempio: considerando 3 anni di laurea triennale e 2 anni di magistrale, una famiglia può arrivare a spendere solo di tasse universitarie dai 5.000 ai 10.000 euro, a cui vanno sommate le altre voci (affitto fuori sede, trasporti, vitto e libri).

L’importanza della pianificazione finanziaria

Come abbiamo visto, il costo complessivo di un figlio dalla nascita fino alla fine dell’università può facilmente superare i 170.000-200.000 euro, se non di più, a seconda dello stile di vita e delle scelte educative. Eppure, in Italia, la pianificazione finanziaria a lungo termine è ancora poco diffusa. Spesso si tende a procedere a vista, affrontando le spese man mano che si presentano.

Perché la pianificazione è essenziale?

  1. Ottimizzazione delle risorse: Avere un piano di risparmio mirato, magari sfruttando strumenti come Piani di Accumulo (PAC) o polizze di investimento dedicate all’istruzione, permette di affrontare con maggiore serenità gli anni più impegnativi.

  2. Riduzione dello stress finanziario: Sapere di avere un fondo dedicato alle spese universitarie o a esigenze straordinarie riduce l’ansia legata all’imprevisto.

  3. Maggiori opportunità per il figlio: Un’adeguata disponibilità economica consente di scegliere con più libertà l’ateneo, i corsi di specializzazione, le esperienze all’estero.

La tua prossima mossa

  • Se non lo hai ancora fatto, è il momento di avviare un piano di accumulo o di analizzare soluzioni d’investimento a lungo termine.

  • Valuta con attenzione ogni fase della crescita di tuo figlio e metti nero su bianco le spese previste.

  • Consulta un consulente finanziario specializzato che possa aiutarti a disegnare una strategia di risparmio.

La mancata pianificazione oggi in Italia è ancora un problema culturale, ma invertire la tendenza è possibile con il giusto supporto professionale e un cambio di mentalità. Inizia ora a programmare il futuro di tuo figlio e investi in modo consapevole: è il modo migliore per offrirgli tutte le opportunità che merita.

Fonti principali: Bankitalia, Istat, Federconsumatori, Codacons, MIUR.

La citazione di oggi è la seguente:

“Gli economisti riferiscono che l'educazione universitaria aggiunge parecchie migliaia di dollari al reddito della vita di una persona, che poi spende per mandare suo figlio all'università.”
Bill Vaughan

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