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BRICS+ a Kazan: nuove alleanze e visioni globali per un futuro economico multipolare

L’incontro a Kazan segna un passo decisivo nella strategia dei BRICS+ per ampliare la cooperazione globale, rafforzare l’indipendenza economica dal dollaro e promuovere una visione multipolare, sfidando le attuali dinamiche di potere internazionale. Quale sarà il futuro?

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L’ultimo meeting dei paesi BRICS+, tenutosi nella città russa di Kazan dal 22 al 24 ottobre, rappresenta un evento cardine non solo per il gruppo, ma anche per l’equilibrio geopolitico mondiale. Con l’espansione del blocco a dieci membri, il vertice è stato un’occasione cruciale per delineare le nuove strategie dell’organizzazione e per rispondere alle sfide economiche e politiche globali.

Per ricordare brevemente di cosa stiamo parlando, il gruppo BRICS+, originariamente nato come paesi BRIC, fu creato da Brasile, Russia, India e Cina (dalle cui iniziali è nato il nome dell’organizzazione) nel 2009 come un’alternativa per i paesi in via di sviluppo rispetto al G7 di chiara trazione occidentale. Un gruppo a cui si è poi associato il Sudafrica nel 2011, aggiungendo la S finale all’acronimo.

L’anno scorso, al meeting tenutosi a Johannesburg, altre nazioni sono state invitate ad entrare nell’organizzazione. Infatti adesso i BRICS contano ufficialmente anche Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran, in un'espansione che sottolinea la crescente rilevanza del gruppo sulla scena internazionale, uniti a Stati “ospiti” ma che ancora non sono membri ufficiali.

Una tale diversificazione geografica non solo rafforza il peso economico del gruppo, ma lo rende anche un’entità sempre più rappresentativa del Sud globale.

Dal punto di vista politico, questa espansione potrebbe servire come leva per promuovere una maggiore autonomia strategica rispetto alle potenze occidentali. L’Iran, per esempio, potrebbe cercare di utilizzare il BRICS come piattaforma per aggirare le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti, mentre gli Emirati potrebbero bilanciare un rapporto neutrale con gli Stati Uniti con una più stretta collaborazione con i paesi emergenti.

Uno dei temi centrali del vertice è stata la dedollarizzazione, ossia la riduzione della dipendenza dal dollaro americano nei commerci internazionali. I paesi BRICS stanno infatti cercando di creare un sistema finanziario parallelo che limiti l'influenza degli Stati Uniti sull’economia mondiale.

La Russia, che guida questo progetto, ha già fatto significativi progressi in questa direzione con la creazione di BRICS Pay, un sistema di pagamenti progettato per facilitare le transazioni tra i membri del blocco senza passare per il sistema SWIFT, che è dominato dai paesi occidentali e dal quale le banche russe sono state escluse dopo l’invasione dell’Ucraina.

L'idea di una valuta comune per i paesi BRICS è un altro tema caldo. Sebbene non ci sia ancora un piano concreto, questa idea viene discussa da tempo. Questa potrebbe essere legata a un paniere di materie prime come oro e petrolio, permettendo così a questi paesi di evitare le fluttuazioni e l’influenza del dollaro sui mercati mondiali.

La dedollarizzazione non riguarda solo le transazioni commerciali, ma ha anche implicazioni geopolitiche significative: liberarsi dal dollaro permetterebbe ai BRICS di sottrarsi in parte al potere economico e politico degli Stati Uniti e dei suoi alleati.

Questa strategia riporterebbe indietro le lancette dell‘orologio valutario al 1971, cioè alla fine del Gold Standard valutario, quando per stampare anche un solo dollaro (o un marco tedesco o una lira italiana di allora) doveva essere ‘accantonato’ nel caveau della propria banca centrale una quantità di oro per un controvalore fissato e accettato da tutti pari a 35 dollari per oncia.

Oggi le banche dei paesi BRICS+ pare vogliano ripetere questa strada, creando potenzialmente una valuta che avrà come ‘garanzia’ per il 40% delle emissioni d'oro, grazie al fatto che molti paesi membri o candidati vantano un’ottima capacità estrattiva del metallo più prezioso.

Nonostante l’entusiasmo per l’espansione e la potenziale creazione di un sistema finanziario indipendente, il BRICS non è privo di tensioni interne. Un esempio di questo è la recente decisione del Kazakistan di non aderire al blocco e restare come ospite, nonostante le pressioni della Russia. Il Cremlino, in risposta a ciò, a cancellato in larga parte molte delle importazioni e esportazioni di cibo collegate al governo di Astana.

Una tale reazione al rifiuto potrebbe spaventare altri Stati per quanto riguarda l’entrare nel blocco, come se una volta manifestato interesse non si potesse più tornare indietro. Soprattutto per gli altri paesi dell’Asia Centrale, zona dove la Russia vuole stabilire una sorta di egemonia geopolitica rispetto ai suoi vicini meno estesi.

Un altro aspetto critico è la competizione interna tra i membri più potenti del blocco, in particolare tra Cina e India. Sebbene entrambi i paesi abbiano interesse a promuovere un ordine multipolare, le loro ambizioni regionali spesso si scontrano, creando potenziali attriti all'interno del BRICS. Questi disaccordi interni potrebbero limitare la capacità del gruppo di agire in maniera unitaria su questioni globali.

La possibile introduzione di una nuova valuta BRICS potrebbe influenzare il prezzo dell’oro, che è spesso visto come un bene rifugio nei momenti di incertezza economica. Un aumento della domanda di oro potrebbe far salire il prezzo del metallo prezioso, alterando gli equilibri nei mercati finanziari globali.

L'espansione dell’organizzazione potrebbe modificare anche gli equilibri commerciali internazionali. Alcuni dei nuovi membri sono esportatori chiave di risorse energetiche e una maggiore cooperazione tra i paesi BRICS potrebbe portare alla creazione di nuove rotte commerciali che bypassino i mercati occidentali.

Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi ambiziosi, il BRICS dovrà superare una serie di ostacoli, tra cui le tensioni interne e la resistenza dei paesi non allineati. Il seguito del vertice di Kazan sarà quindi un banco di prova per la sua capacità di emergere come attore globale influente e coeso.

In ogni caso, il crescente peso geopolitico del blocco è innegabile, e il successo o il fallimento delle sue iniziative potrebbe avere ripercussioni significative sull'economia e sulla politica mondiale nei prossimi decenni.

La citazione di oggi è la seguente:

"Da Pechino a Brasilia, la necessità di riprendere il controllo delle tecnologie che allo stesso tempo rendono le nostre vite più facili ma più fragili è una priorità. Soprattutto policy digitali e cybersecurity stanno emergendo come problemi chiave attorno i quali i leader dei paesi BRICS stanno creando ulteriore sinergia fra loro."
Luca Belli, direttore del progetto CyberBrics.

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