Ecco Javier Milei e il "piano motosega" che ha convinto gli argentini a sceglierlo come presidente

Ecco Javier Milei e il 'piano motosega' che ha convinto gli argentini a sceglierlo come presidente
Javier Milei, neo presidente dell'Argentina

L'ultraliberista di destra Javier Milei è il nuovo presidente eletto dell'Argentina. L'anarcocapitalista ha vinto il ballottaggio contro il candidato peronista progressista Sergio Massa in un'elezione storica non solo per il paese sudamericano ma anche per l'Occidente, perché mai fino ad ora un politico si era imposto con un programma radicale quanto quello di Milei

"Oggi inizia la fine della decadenza argentina. Iniziamo la ricostruzione e a voltare la pagina della nostra storia. Riprendiamo il cammino che non avremmo mai dovuto perdere. Finisce il modello dello stato che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre. E' una notte storica, torniamo ad abbracciare l'idea della libertà" ha detto il nuovo capo dello Stato nel suo primo discorso.

Per capire cosa ha portato gli argentini a votare per Milei bisogna obbligatoriamente guardare al drammatico stato in cui versa l’economia. Da più di 20 anni l’inflazione è stabilmente in doppia cifra e nel corso del 2023 si è impennata fino a sfondare il 140%.

Andamento dell'inflazione argentina su base annuale a partire dalla fine del secolo scorso

L’economia da anni passa da una recessione all’altra. Le conseguenze per la popolazione sono devastanti. Il tasso di povertà è al 43,1%. Oltre 17 milioni di persone su 45 (il 37,7%) sono sotto la soglia minima di sopravvivenza. 

La storia non è una scienza esatta ma ci sono delle costanti e una di queste è che condizioni come quella argentina sono il terreno fertile per la nascita dei campioni populisti. Come noto il paese sudamericano ha già una lunga tradizione alle spalle, paragonabile a quella che ha nel calcio. Tradizione che ora viene confermata dalla vittoria dell’economista ultraliberista Javier Milei. Senza timore di esagerazioni può essere definito il Leo Messi del populismo internazionale. Nessuno fino ad ora (nemmeno Trump e Bolsonaro) si è mai spinto dove è arrivato lui con il suo programma politico denominato “piano motosega”.

Le proposte del programma che hanno convinto gli argentini a votarlo mettono i brividi:
Tagli agli stipendi dei politici in quanto “branco di ladri e criminali”
Taglio agli stipendi dei dipendenti pubblici in quanto “inutili parassiti”
Tagli ai dipendenti della Banca Centrale in quanto “da bruciare"
Via libera alla vendita e all'acquisto di organi
Via libera alla vendita illimitata di armi per difendersi dalla criminalità dilagante
Stop all’aborto perché contrario a principi della vita
Non contrarietà alla liberalizzazione della droga perché il suicidio è una questione privata

Una miscela di ultraliberismo e populismo senza precedenti nella storia dell’Occidente che (e questo è il vero dramma) ha fatto presa sul popolo argentino devastato dalla crisi economica. Successo favorito anche dalle indubbie capacità comunicative di Javier che ospite fisso nei vari salotti televisivi argentini ha bucato il video grazie alla sua personalità eccentrica.

L'esempio argentino ci fa capire fino a che punto può arrivare la crisi di una democrazia e per gli italiani è particolarmente preoccupante, perché si tratta di un popolo molto simile a noi, dato che tantissimi argentini sono di origine italiana. L'ascesa di uno Javier Milei non è un evento impossibile in Italia. Se qualche anno fa fossimo usciti dall'euro per tornare alla lira dove sarebbe arrivata l'inflazione negli ultimi due anni? Con un'inflazione superiore al 100% cosa accadrebbe in Italia? Sono interrogativi che ci fanno capire che nei confronti della cattiva politica e del populismo non bisogna mai abbassare la guardia