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Mediobanca boccia l'OPS di MPS: "Operazione ostile che distrugge valore. Senza razionale industriale"

Si sottolinea la rilevante presenza di intrecci azionari tra Delfin, Caltagirone e Assicurazioni Generali. Questi soggetti detengono partecipazioni significative in entrambe le banche e in altri gruppi finanziari

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Mediobanca boccia l'OPS di MPS: 'Operazione ostile che distrugge valore. Senza razionale industriale'

Mediobanca ha espresso una dura critica nei confronti dell'offerta pubblica di scambio (OPS) lanciata da Monte dei Paschi di Siena (MPS) il 24 gennaio, definendola ostile e priva di razionale industriale e finanziario. Secondo Piazzetta Cuccia, la proposta è caratterizzata da intrecci azionari che rendono disomogenei gli interessi tra i principali azionisti e il resto della compagine.

Gli intrecci azionari: un punto critico

Mediobanca sottolinea la rilevante presenza di intrecci azionari tra Delfin, Caltagirone e Assicurazioni Generali. Questi soggetti detengono partecipazioni significative in entrambe le banche e in altri gruppi finanziari. Nello specifico:

  • Delfin possiede il 20% di Mediobanca, il 10% di MPS e il 10% di Assicurazioni Generali.
  • Caltagirone detiene il 7% di Mediobanca, il 5% di MPS e il 7% di Assicurazioni Generali, oltre a una partecipazione del 5% in Anima Holding, che a sua volta controlla il 4% di MPS.

Questa situazione crea una disomogeneità di interessi, preoccupando Mediobanca per i potenziali conflitti tra gli azionisti e il resto del mercato.

Mancanza di razionale industriale

L’operazione è stata giudicata priva di sinergie significative. Mediobanca evidenzia che non ci sono sovrapposizioni di reti distributive tra le due banche, rendendo difficile ottenere benefici operativi o di costo. Inoltre, l’integrazione comporterebbe:

  • Perdite di clientela nei settori del Wealth Management e dell’Investment Banking.
  • Un indebolimento del modello di business di Mediobanca, focalizzato su servizi ad alto valore aggiunto.
  • La fuga di risorse umane chiave, attratte da realtà più stabili e meno conflittuali.

La banca guidata da Alberto Nagel ritiene che il proprio successo si basi sull'indipendenza di giudizio e sull'assenza di conflitti di interesse, valori che risulterebbero compromessi dall'integrazione con una banca commerciale come MPS.

Rischi finanziari e prospettive incerte

Dal punto di vista finanziario, l’OPS di MPS è considerata un'operazione distruttiva per il profilo reddituale di Mediobanca. Gli utili di quest’ultima, infatti, sono previsti in crescita secondo il piano industriale in corso, mentre per MPS il mercato prevede una riduzione degli utili dovuta al calo del margine di interesse e all'esaurimento dei benefici fiscali.

Mediobanca teme inoltre:

  • Diluzione dei multipli valutativi, dovuta alla perdita della prevista crescita di ricavi e utili.
  • Difficoltà nel determinare il valore intrinseco delle azioni MPS, caratterizzate da attività fiscali deteriorate e rischi legali per oltre 3,3 miliardi di euro.
  • Concentrazione geografica di MPS nel Centro-Sud Italia, con un’esposizione prevalente verso piccole e medie imprese.

La bocciatura

L'operazione proposta da MPS viene bocciata senza appello da Mediobanca, che la considera priva di razionale industriale e finanziario e dannosa per il proprio modello di business. I rischi operativi, finanziari e strategici delineati rafforzano la posizione contraria di Piazzetta Cuccia, che continua a puntare sul suo piano di crescita stand-alone.

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