L’allarme: una vittoria di Trump sarebbe una grande minaccia per l’economia globale
Se si votasse oggi in America Trump vincerebbe. I sondaggi parlano chiaro. Il candidato repubblicano è in netto vantaggio sull’attuale presidente democratico, Joe Biden. Ed è molto probabile che questo stato di cose possa restare fino al prossimo 5 novembre, ovvero il giorno in cui gli americani sceglieranno il loro nuovo presidente. Una vittoria di Trump è uno scenario molto realistico e per questo motivo uno dei più autorevoli economisti del mondo, Nouriel Roubini, ha lanciato un allarme molto preoccupante: l’economia globale potrebbe andare incontro ad una grande minaccia.
Perché la vittoria di Trump spaventa Roubini? Il motivo non è geopolitico. Roubini non si aspetta cambiamenti importanti della politica estera americana, sia sul fronte ucraino che su quello medio orientale. Il motivo è strettamente economico.
“ll modo più grande in cui una seconda amministrazione Trump influenzerebbe i mercati – ha spiegato Roubini sulle pagine di Project Syndacate - è attraverso le sue politiche economiche. Non c'è dubbio che le politiche protezionistiche degli Stati Uniti diventerebbero più severe. Trump ha già detto che imporrebbe una tariffa del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti (il tasso medio delle tariffe è attualmente di circa il 2%) e presumibilmente anche tariffe più alte sulle importazioni dalla Cina. Ciò scatenerebbe nuove guerre commerciali, non solo con rivali strategici come la Cina, ma anche con gli alleati degli Stati Uniti in Europa e in Asia, come il Giappone e la Corea del Sud”.
“Una guerra commerciale globale - ha proseguito Roubini - ridurrebbe la crescita e aumenterebbe l'inflazione, rendendola il più grande rischio che i mercati dovrebbero considerare nei prossimi mesi. In questo scenario, la deglobalizzazione, il decoupling, la frammentazione, il protezionismo, la balcanizzazione delle catene di approvvigionamento globali e la de-dollarizzazione diventerebbero rischi ancora maggiori per la crescita economica e i mercati finanziari”.
Per gli europei (e dunque anche per noi italiani) ci potrebbe essere anche un ulteriore salasso. “Un’altra grande differenza tra Biden e Trump – ha scritto Roubini – riguarda le questioni della Nato. Trump vuole che i membri europei della Nato spendano di più per la difesa”. Una questione già emersa durante la prima presidenza del Tycoon che inevitabilmente tornerebbe a galla.