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Rimodulazione delle accise su benzina e diesel: chi ci guadagna e chi ci perde

Il ministro Giorgetti ha smentito un aumento netto, precisando che si tratterà di un "allineamento", con una riduzione per la benzina e un incremento per il gasolio

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Recentemente, le discussioni sulla possibile rimodulazione delle accise sui carburanti hanno sollevato interrogativi su chi potrebbe trarne vantaggio e chi, invece, subirà un danno. L'attenzione si è concentrata su un potenziale aumento delle accise sul gasolio, con l'idea di portarle ai livelli di quelle sulla benzina. Tuttavia, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha smentito un aumento netto, precisando che si tratterà di un "allineamento" tra le accise, con una riduzione per la benzina e un incremento per il gasolio.

La decisione rientra nell'obiettivo del governo di ridurre i sussidi considerati dannosi per l'ambiente. Attualmente, l'accisa sul gasolio è di 61,7 centesimi al litro, mentre quella sulla benzina raggiunge i 72,8 centesimi, con una differenza di 11 centesimi. La rimodulazione ipotizzata prevede di portare entrambe le accise a metà strada, cioè aumentare di 5,5 centesimi quella del gasolio e ridurre di altrettanto quella della benzina.

Impatto sui consumatori

La riduzione delle accise sulla benzina favorirebbe chi possiede un'auto a benzina, un segmento in crescita secondo i dati delle nuove immatricolazioni, mentre i veicoli diesel sono in declino. Dal 2023, i consumi di benzina sono aumentati dell'11,5% rispetto al periodo pre-pandemia, mentre quelli di gasolio sono diminuiti del 2,1%. Nonostante questa tendenza, il consumo di gasolio rimane nettamente superiore, con 28 miliardi di litri l'anno contro gli 11 miliardi della benzina.

L'aumento delle accise sul gasolio porterebbe a un aggravio complessivo di circa 1,55 miliardi di euro, mentre la riduzione per la benzina comporterebbe un risparmio stimato di 600 milioni.

Effetti sui prezzi

La rimodulazione potrebbe comportare costi maggiori non solo per i proprietari di veicoli diesel, ma anche per i consumatori in generale. La maggior parte dei trasporti commerciali, infatti, utilizza veicoli a gasolio, e un aumento delle accise comporterebbe inevitabilmente un aumento dei costi di trasporto. Di conseguenza, le spese aggiuntive verrebbero trasferite sui prezzi dei beni, con un possibile impatto sull'inflazione.

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