In Argentina cresce il consenso di Javier Milei, il populista che va oltre Trump e Bolsonaro
Il suo programma di governo è una miscela esplosiva che fa impallidire le proposte degli ex presidenti di Stati Uniti e Brasile
La vittoria del campionato mondiale di calcio ha fatto piangere di gioia il popolo argentino ma purtroppo non ha risolto i gravi problemi economici che da tempo lo affliggono. Un dato può bastare per rendere bene la situazione: il tasso d’inflazione è del 100% e dal 2015 ormai è sopra il 20%.
L’economia da anni passa da una recessione all’altra. Le conseguenze per la popolazione sono devastanti. Il tasso di povertà è al 43,1%. Oltre 17 milioni di persone su 45 (il 37,7%) sono sotto la soglia minima di sopravvivenza.
La storia non è una scienza esatta ma ci sono delle costanti e una di queste è che condizioni come quella argentina sono il terreno fertile per la nascita dei campioni populisti.
Come noto il paese sudamericano ha già una lunga tradizione alle spalle, paragonabile a quella che ha nel calcio. Tradizione che nei mesi avvenire sarà portata avanti dalla nuova stella della politica argentina, Javier Milei, 53enne economista ultraliberista.
Milei è ancora poco noto a livello internazionale ma non passerà molto tempo prima che lo diventi. Senza timore di esagerazioni può essere definito il Leo Messi del populismo internazionale. Nessuno fino ad ora (nemmeno Trump e Bolsonaro) si è mai spinto dove è arrivato lui con il suo programma politico denominato “piano motosega”.
Le proposte del programma mettono i brividi:
Tagli agli stipendi dei politici in quanto “branco di ladri e criminali”
Taglio agli stipendi dei dipendenti pubblici in quanto “inutili parassiti”
Tagli ai dipendenti della Banca Centrale in quanto “da bruciare"
Via libera alla vendita e all'acquisto di organi
Via libera alla vendita illimitata di armi per difendersi dalla criminalità dilagante
Stop all’aborto perché contrario a principi della vita
Non contrarietà alla liberalizzazione della droga perché il suicidio è una questione privata
Una miscela di ultraliberismo e populismo senza precedenti nella storia dell’Occidente che (e questo è il vero dramma) sta facendo presa nel popolo argentino devastato dalla crisi economica.
Il suo partito (Libertad Avanza) ha già raggiunto il 17% dei consensi e in tanti scommettono che potrebbe addirittura vincere le prossime elezioni presidenziali di ottobre.
Ascesa favorita anche dalle indubbie capacità comunicative di Javier che ospite fisso nei vari salotti televisivi argentini buca il video grazie alla sua personalità eccentrica.
L'esempio argentino ci fa capire fino a che punto può arrivare la crisi di una democrazia.
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