Bpm dice no a Unicredit: "Offerta non riflette il potenziale, preoccupazione per le prevedibili ricadute occupazionali"
Il Cda del Banco respinge l'offerta dell'istituto di credito con sede a Milano: "Rimaniamo focalizzati sull'implementazione del piano 2023-2026, sull'esecuzione dell'Opa su Anima"
Banco Bpm rifiuta l'offerta di Unicredit e solleva una serie di preoccupazioni. Le sinergie di costo lorde stimate da Unicredit per 900 milioni sono "più di un terzo della base costi di Banco Bpm" e per questo "destano forti preoccupazioni sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale". E' quanto sostiene il Cda di Banco Bpm, dopo aver analizzato l'offerta del rivale. "Peraltro tali sinergie, al pari di quelle di ricavo, non sono per nulla valorizzate nelle condizioni dell'offerta" si legge in una nota.
L'offerta di Unicredit "non riflette in alcun modo la redditività e l'ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm", afferma il consiglio dell'istituto che ribadisce come l'offerta non sia stata sollecitata e ricorda che il valore potenziale di Piazza Meda "è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato".
Banco Bpm "rimane focalizzata sull'implementazione del piano 2023-2026, sull'esecuzione dell'Opa su Anima e sul conseguente aggiornamento del piano industriale, non trascurando alcuna opzione strategica che possa ulteriormente contribuire all'obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli altri stakeholders del gruppo Banco Bpm", ha sottolineato il cda dell'istituto che ha esaminato l'Ops di Unicredit.
Questa mattina al suo ingresso, il consigliere Mauro Paoloni, già vicepresidente della banca, ha confermato con un perentorio "sì" la natura ostile dell'offerta confezionata dal ceo di Unicredit, Andrea Orcel.