La stretta del costo del denaro incomincia ad allentarsi e questo non può che essere salutato con favore da cittadini e imprese. Secondo quanto è emerso dal bollettino mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana) nel mese di dicembre il tasso medio sui mutui per l’acquisto della prima casa sono calati passando dal 4,5 al 4,42%. Non è una grande discesa ma è un segnale di inversione di tendenza molto importante.
Segnale che non è arrivato sul mercato del credito delle imprese. Sempre a dicembre le operazioni di finanziamento in questo comparto hanno infatti segnato un rialzo dei tassi dal 5,59 al 5,69%. Guardando invece al tasso medio di tutti i finanziamenti nell’ultimo mese dell’anno si è registrato uno stallo, il tasso di interesse è rimasto fermo al 4,76%.
Il calo dei tassi sui mutui è una boccata d’ossigeno (anche se piccola) per chi deve acquistare una casa e per il settore immobiliare che le abitazioni le costruisce e le vende. Cosa succederà nel 2024? Tutto ruota ovviamente attorno all’andamento dell’inflazione e alle decisioni della Banca centrale europea.
A dicembre l’inflazione su base annua dell’Eurozona è salita dal 2,4 al 2,9%. Quella su base mensile si è invece attestata allo 0,2% rispetto al calo dello 0,6% registrato a novembre. Nell’ultimo mese dell’anno dunque la corsa dei prezzi ha riacquistato vigore rispetto a novembre e questo alimenta l’incertezza sulle prossime mosse della Bce. Nuovi rialzi dei tassi non sono (almeno per il momento) in vista ma il taglio del costo del denaro potrebbe essere invece inferiore rispetto a quanto desiderato dal mercato.
Resta però da vedere come l’economia europea si comporterà nel corso dell’anno. La crescita nell’Eurozona continua nel terzo trimestre del 2023 è stata negativa (-0.1%) dopo due trimestri di crescita anonima (+0,1% sia nel primo trimestre che nel secondo). Una eventuale caduta dell’Europa in recessione profonda potrebbe spingere Francoforte ad abbassare più velocemente i tassi di interesse.