Inquilini morosi, tempi rapidi per liberare le abitazioni: ecco la proposta di Fratelli d’Italia
Un disegno di legge presentato in Senato dal principale partito di maggioranza punta a semplificare e velocizzare lo sfratto di chi non paga l’affitto per due mesi consecutivi. Immediata la protesta dell’Unione inquilini e di Ilaria Salis: deriva pericolosa
Nel nostro Paese per il proprietario di una abitazione liberarsi di un inquilino può rivelarsi una operazione titanica. Per questo motivo un disegno di legge, depositato al Senato da Fratelli d’Italia, punta a modificare l’attuale normativa con l’obiettivo di semplificare e velocizzare lo sfratto di chi non paga l’affitto per due mesi consecutivi.
La procedura attuale: tempi lunghi anche fino a 12 mesi
In Italia, chi non paga l’affitto è considerato moroso, ma non può essere sfrattato immediatamente. Di solito il proprietario invia un sollecito per far saldare le mensilità arretrate; se l’inquilino non paga, può rivolgersi al giudice con un ricorso per sfratto. Se l’inquilino non si oppone, il giudice convalida lo sfratto, autorizzando il rilascio dell’immobile. L’inquilino può chiedere un termine di grazia fino a 90 giorni, ma la concessione dipende dal giudice. Se non paga entro quel periodo, l’ufficiale giudiziario notifica lo sgombero, che può essere eseguito anche con la forza pubblica. I tempi per liberare l’abitazione vanno generalmente da 2-4 mesi, ma possono allungarsi fino a 6-12 mesi in caso di opposizioni o motivi sociali e familiari.
La nuova procedura proposta da Fratelli d’Italia
L’idea di FdI è di introdurre una procedura speciale che autorizzi l’intervento dell’ufficiale giudiziario per lo sfratto. A gestirlo sarebbe un nuovo ente: l’Autorità per l’esecuzione degli sfratti, che farà capo al ministero della Giustizia e a cui il proprietario potrà rivolgersi direttamente. L’inquilino - come spiega il disegno di legge, in 5 articoli - avrà 15 giorni per pagare le due rate saltate. Altrimenti entrerà in gioco l’Autorità che, verificati documenti e condizioni, potrà disporre lo sgombero entro 7 giorni. Da quella decisione, altri 30 giorni per eseguirlo, prorogabili al massimo a 90. Potenzialmente, per lo sfratto basterebbero poco meno di 2 o 4 mesi dalla richiesta iniziale.
Le deroghe alla nuova prassi
Nel disegno di legge sono però previsti aiuti o rinvii per chi ha un Isee inferiore a 12mila euro e non ha pagato il canone perché licenziato (per effetto di una crisi aziendale) o perché ha una malattia grave o si è separato. In questi casi si attingerà ai soldi di un Fondo nazionale per l’emergenza abitativa. Salvaguardie pure per chi ha figli minori o parenti anziani, non autosufficienti o disabili.
Un freno agli affitti brevi
Per il primo firmatario del disegno di legge, Paolo Marcheschi, la riforma avrebbe anche un secondo effetto positivo: frenare il boom delle locazioni brevi. Secondo l’esponente di Fratelli d’Italia “un numero sempre maggiori di abitazioni è destinato agli affitti brevi proprio per le difficoltà dei proprietari di riavere gli immobili in caso di inquilini morosi”. Grazie alla nuova procedura “ci sarebbero meno riserve ad affittare per un tempo più lungo”.
Ilaria Salis: deriva pericolosa
La proposta però è divisiva. Contrarietà è stata già espressa dalla Unione Inquilini secondo cui “sarebbe l’ennesimo attacco ai diritti delle persone in precarietà abitativa”. Sulla stessa lunghezza d’onda Ilaria Salis, notoriamente paladina del diritto alla casa. Per l’esponente di Avs la proposta della maggioranza “è una deriva pericolosa” conseguenza “della “strategia del governo di accentrare il potere nelle sue mani”.











