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Truffe informatiche: l'attacco a Twitter ha fruttato solo 120.000 dollari in bitcoin

Grazie al pronto intervento degli exchange crypto si sono limitati di molto i danni, che avrebbero potuto essere ben maggiori

Marco Cavicchiolidi Marco Cavicchioli   
Truffe informatiche: l'attacco a Twitter ha fruttato solo 120.000 dollari in bitcoin

Il colossale attacco a Twitter avvenuto il 15 luglio aveva come obiettivo quello di frodare bitcoin ad ingenui utenti del social network. 

Infatti gli hacker sono riusciti a pubblicare dei tweet su account di persone molte famose negli USA, tra cui anche l'ex presidente Barack Obama, con cui promettevano il raddoppio del capitale a chi avesse inviato dei bitcoin ad un dato indirizzo

Ovviamente si trattava di un'evidente truffa, ma purtroppo diversi ingenui ci sono cascati

Il fatto è che, per farsi inviare i bitcoin, gli hacker hanno dovuto pubblicare anche l'indirizzo pubblico del loro wallet, e visto che tutte le transazioni sulla blockchain di Bitcoin sono pubbliche, conoscendo l'indirizzo pubblico è possibile andare a verificare quali transazioni siano transitate per quel wallet. 

Certo, ognuno può avere quanti wallet Bitcoin vuole, pertanto è assolutamente possibile che gli hacker ne abbiano anche altri di cui noi non possiamo assolutamente averne conoscenza, ma perlomeno sappiamo che quello è uno dei loro. 

Si tratta dell'indirizzo bc1qxy2kgdygjrsqtzq2n0yrf2493p83kkfjhx0wlh, ed andando a verificare con un qualsiasi explorer pubblico della blockchain di Bitcoin si scopre che hanno ricevuto in totale circa 12,87 BTC

Visto che il prezzo di un bitcoin si aggira attualmente attorno ai 9.200 dollari, il valore di quei 12,87 BTC corrisponde a circa 120.000 dollari americani
In totale su quell'indirizzo sono transitate 395 transazioni, di importo medio di poco superiore agli 0,03 BTC, corrispondenti a circa 300 dollari. 

Gli hacker hanno già anche svuotato quel wallet, su cui infatti il saldo attuale risulta essere pari a poco più di 0,009 BTC. 
Infatti, per far perdere traccia dei 12,87 BTC ricevuti, stanno utilizzando degli appositi servizi, detti mixer, che consentono di effettuare transazioni complesse che rendono difficile stabilire verso quali altre wallet siano stati inviati. 

Il punto è che 120.000 dollari per un attacco in grande stile come quello non sono molti. D'altronde sono meno di 400 le persone che sono cascate in questa truffa, pertanto possiamo dire che non si sia trattato di un attacco di particolare successo. 

Tuttavia il più importante exchange crypto americano, Coinbase, ha rivelato che durante l'attacco ha temporaneamente bloccato ben 1.100 utenti impedendo loro di inviare BTC a quell'indirizzo, per un totale di 30 BTC che avrebbero potuto essere regalati per sempre agli hacker. 
Di sicuro altri exchange hanno fatto altrettanto: si stima che questi blocchi abbiano prodotto "perdite" per gli hacker di circa 300.000 dollari. 

Pertanto è solamente grazie alla prontezza degli exchange crypto che questa truffa ha prodotto risultati modesti, altrimenti avrebbe potuto fruttare quasi quattro volte tanto

Il fatto di poter intervenire così rapidamente, essendo l'indirizzo pubblico del destinatario noto, è una cosa resa possibile solo dalla tecnologia con cui sono state create le criptovalute, ed in particolare la blockchain pubblica di Bitcoin. Se infatti da un lato le transazioni in BTC non sono in alcun modo annullabili o reversibili, dall'altro consentono un'analisi palese e relativamente semplice di cosa stia accadendo al registro delle transazioni. 

Marco Cavicchiolidi Marco Cavicchioli   
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