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Superata la soglia dei dieci miliardi di crypto-dollari emessi su blockchain

Una società privata ha emesso più di dieci miliardi di crypto-dollari, in maggioranza sulla blockchain di Ethereum

Marco Cavicchiolidi Marco Cavicchioli   
Superata la soglia dei dieci miliardi di crypto-dollari emessi su blockchain

Qualche giorno fa è stata superata la soglia dei dieci miliardi di USDT, ovvero i crypto-dollari. 

USDT è il simbolo dei Tether dollar, ovvero dei token di criptovaluta emessi su blockchain, e che rappresentano i dollari americani (USD). 

Nello specifico la maggior parte di questi dieci miliardi di USDT sono sulla blockchain di Ethereum, mentre una parte meno consistente sono sulla blockchain di Tron o su una sidechain di Bitcoin. 

Tether è una società privata che emette questi token convertibili in qualsiasi momento in dollari americani. In teoria per ogni USDT emesso dovrebbe esserci 1 USD sui conti della società, in modo da assicurarsi che in qualsiasi momento i possessori di USDT possano restituirli alla società ed incassare una pari quantità di dollari americani. 
In realtà però la società stessa ammette che solo il 75% dei token USDT sono coperti da dollari americani detenuti sui suoi conti bancari, mentre il restante 25% è coperto con altri asset finanziari. 

Infatti raramente chi possiede Tether dollar li dà indietro per ottenere dollari americani, perchè a dire il vero i token USDT sono molto più comodi e facili da usare, senza alcuna limitazione di alcun tipo. 
Certo, sono molto più difficili da spendere direttamente, perchè non sono molti gli esercizi commerciali che li accettano come pagamento, ma visto che al giorno d'oggi esistono molte carte di debito che girano sui principali circuiti di pagamento mondiali, e che sono alimentabili in criptovalute (tra cui anche USDT), risulta di fatto piuttosto facile utizzarli anche se non vengono accettati direttamente come mezzo di pagamento. 

Queste carte di debito infatti convertono automaticamente le criptovalute in normale denaro fiat, come euro o dollari, al momento del pagamento, e così è possibile utilizzarle praticamente ovunque per spendere criptovalute anche laddove queste ultime non vengano accettate. 

Tra l'altro USDT non è l'unica stablecoin ancorata al dollaro americano. Con stablecoin si intende, nel linguaggio delle criptovalute, un token che mantiene un valore stabile, solitamente perchè questo è ancorato a quello di una valuta fiat stabile. 

Ad esempio Libra di Facebook sarà una stablecoin, con il suo valore che sarà sempre di 1 dollaro, o 1 euro a seconda della versione che si utilizzerà. 

Le stablecoin ancorate al dollaro americano sono la maggioranza, e sono anche le principali stablecoin esistenti all'interno del mercato crypto, ma solo USDT è presente in queste quantità
Ad esempio di quella che è la seconda per diffusione, USDC, ce ne sono in circolazione meno di 2 miliardi, mentre nessuna delle altre supera il miliardo.
Pertanto USDT è la regina assoluta delle stablecoin, e da sola vale più dell'80% dell'intero mercato delle stablecoin ancorate al dollaro. 

Il fatto è che fino a dicembre dell'anno scorso di USDT ce n'erano in circolazione solamente poco più di 4 miliardi, ma nel corso del 2020 la domanda di mercato per questo token incensurabile, e senza alcun tipo di limitazione per quanto riguarda il suo utilizzo (anonimo), è letteralmente esplosa, portando Tether ad arrivare ad averne emessi in totale più di 10 miliardi in questo ultimo scorcio di luglio. 

In altre parole non c'è bisogno che la banca centrale americana emetta un suo crypto-dollaro, o una versione digitale della valuta di Stato degli USA, perchè ci hanno già pensato società come Tether, i cui token oltretutto, a differenza di un eventuale dollaro digitale, sono anonimi e senza alcuna limitazione. 
Se la Fed deciderà di emettere realmente un dollaro digitale lo farà probabilmente soprattutto per aumentare la sua capacità di controllo sull'utilizzo del denaro, visto che tutte le transazioni saranno tracciate, e memorizzate in modo non anonimo. 

Resta eventualmente da vedere se gli utenti premieranno USDT o il dollaro digitale, viste le loro differenze. 

Marco Cavicchiolidi Marco Cavicchioli   
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