Le criptovalute fanno il loro ingresso anche nella campagna elettorale per il Presidente degli USA
Il candidato alle primarie del Partito Democratico Michael Bloomberg ha proposto una nuova chiara regolamentazione per le criptovalute

La campagna elettorale per eleggere il successore di Donald Trump sta entrando nel vivo, e così i vari candidati stanno facendo a gara a promettere cose che attirino l'attenzione dei loro possibili elettori.
Se nel campo Repubblicano è già chiaro che il candidato sarà di nuovo lo stesso Donald Trump, all'interno del Partito Democratico c'è ancora molta incertezza, e le primarie non sono ancora terminate.
Le elezioni si terranno ai primi di novembre di quest'anno, quindi le primarie dei democratici sono in dirittura d'arrivo.
Uno dei principali protagonisti in campo Democratico è l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg, che è anche un imprenditore, co-fondatore e proprietario della società di servizi finanziari che porta il suo nome.
Secondo Forbes nel 2019 è stato in assoluto l'ottavo uomo più ricco del mondo, ed ha una notevole esperienza in campo finanziario.
Non deve pertanto stupire che, tra le varie proposte che sta portando avanti per supportare la propria candidatura, ci sia anche un piano di riforme finanziarie che prevede anche esplicitamente la redazione di un “chiaro quadro di regolamentazione per le criptovalute”.
Questo è quello che emerge da quanto pubblicato sul suo sito ufficiale, in particolare dal punto del suo piano di riforme dedicato al massimo sfruttamento della potenza del sistema finanziario per affrontare le sfide più urgenti degli Stati Uniti.
A tal proposito si dice pronto a sostenere le innovazioni che supportano la prosperità e che riducono le disuguaglianze, e propone di creare una chiara regolamentazione per le criptovalute.
A dire il vero non aggiunge alcun altro dettaglio, quindi ad oggi non si ha la più pallida idea di cosa proponga in concreto.
È addirittura possibile che questa mancanza di dettagli serva a mantenere una certa ambiguità in merito a ciò che vorrebbe realmente fare, perchè se da un lato si arrivasse ad ipotizzare una stretta sull'utilizzo di questi nuovi asset finanziari potrebbe inimicarsi una fetta importante del settore finanziario americano, mentre dall'altro se proponesse un'ampia liberalizzazione si potrebbe inimicare quella fetta di popolazione che vede nella finanza il male assoluto.
Infatti non bisogna dimenticarsi che i proprietari della Borsa di New York, ovvero la celeberrima Wall Street, sono anche i proprietari di Bakkt, ovvero una società che emette e gestisce future su bitcoin che ultimamente ha fatto registrare alcuni nuovi record a riguardo, e che la finanza tradizionale si sta avvicinando sempre di più a questi asset perchè sta fiutando l'affare.
Difficile immaginare che in questa fase così delicata della sua candidatura possa correre il rischio di inimicarsi il settore finanziario, a lui ovviamente sempre molto vicino, ma vista la fama non cristallina di cui godono le criptovalute tra una fetta importante dell'elettorato progressista americano, è altrettanto difficile immaginare che possa schierarsi completamente a favore.
Quindi non c'è da stupirsi se la sua proposta sia attualmente priva di dettagli che possano far intendere concretamente cosa vorrebbe fare, ma è quantomeno curioso che l'abbia tirata fuori. Evidentemente questi sono argomenti che iniziano a generare un certo interesse di massa, soprattutto in quell'elettorato americano che potrebbe essere attratto dalle numerose voci che sostengono che il prezzo di bitcoin potrebbe salire nel corso dell'anno.
È molto probabile infatti che non sia affatto un caso che Bloomberg abbia deciso di tirare in ballo anche le criptovalute in questa sua campagna elettorale, a maggior ragione in virtù del fatto che Trump invece pare decisamente contrario alla loro diffusione.
A questo punto, se il candidato del Partito Democratico a sfidare Trump sarà proprio Bloomberg, le criptovalute potrebbero anche diventare argomento dei dibattiti tra i due durante la vera e propria campagna presidenziale.