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La moneta di Facebook è viva e vegeta, pronta ad essere approvata

Nonostante le vicissitudini passate, il progetto non è stato abbandonato, ed ha richiesto l'approvazione

Marco Cavicchiolidi Marco Cavicchioli   
La moneta di Facebook è viva e vegeta, pronta ad essere approvata

La stablecoin progettata da Facebook, ovvero Libra, ha avuto fino ad oggi un percorso a dir poco incidentato. 

Anzi, a dire il vero in molti credevano che ormai fosse un progetto morto e sepolto, sia perchè alcune delle grandi aziende che lo sostenevano si sono tirate fuori, sia perchè sembrava che non avesse reali possibilità di ricevere tutte le autorizzazioni necessarie per poter procedere. 

E invece pare siano riusciti a trovare il modo per far risorgere il progetto, e renderlo compatibile con tutte le normative vigenti. 

Innanzitutto sono ancora 22 le aziende che supportano il progetto come membri dell'associazione Libra, e sebbene tra questi non ci siano più ad esempio Visa, MasterCard, PayPal o Vodafone, sono rimasti nomi del calibro di Uber, Spotify, Iliad, Farfetch, Shopify, ed ovviamente Facebook. 
Ormai è da diversi mesi che questi membri appoggiano il progetto, ed ultimamente se ne sono anche aggiunti alcuni. 

Pertanto l'insieme delle aziende che sta lavorando a questo progetto è ancora ben nutrito e rappresentato, sebbene un po' diverso da quello originale. 

Inoltre, sebbene qualche mese a le autorità svizzere avessero dichiarato pubblicamente che il progetto non aveva i requisiti necessari ad ottenere l'approvazione, l'associazione Libra nel frattempo è riuscita a modificare il progetto tanto da ottenerli, e chiedere ufficialmente alla FINMA la licenza per poter operare come sistema di pagamento. 

La FINMA è l'autorità governativa svizzera per la vigilanza sui mercati finanziari, ed è l'ente incaricato di concedere questo tipo di licenza. 
L'associazione Libra ha sede a Ginevra, in Svizzera, quindi è proprio dalla FINMA che deve ottenere la licenza per poter operare. 

Per quanto se ne possa sapere, ad oggi sembrerebbe che Libra abbia tutti i requisiti per poter ottenere questa licenza, sebbene il processo di approvazione potrebbe non essere breve. 

La svolta è stata quella di abbandonare il progetto di creare un'unica stablecoin basata su un paniere di valute, e di proporre invece un paniere di stablecoin basate su singole valute
Infatti quello che proprio non andava giù ai regolatori come la FINMA era il fatto che l'associazione aveva il potere arbitrario di impostare e modificare a piacimento la composizione del paniere di valute che avrebbero supportato l'idea originale di una stablecoin unica, e soprattutto le loro percentuali nel paniere. 

Abbandonando questa idea, e creando invece diverse stablecoin che non fanno altro che replicare il valore di una singola valuta rappresentando su blockchain denaro conservato su conti bancari, i pregiudizi contrari da parte della FINMA sono caduti, rendendo possibile per l'associazione richiedere la licenza. 

D'altronde di stablecoin siffatte ne esistono già diverse in tutto il mondo, alcune delle quali ad esempio approvate dall'equivalente statunitense della FINMA. A questo punto non si vede proprio come possa essere negata la licenza a Libra, se ad altri progetti simili è stata concessa (sebbene in altri Paesi). 

Se da un lato il clamore nei confronti di questa iniziativa è scemato parecchio, dall'altro risulta essere più viva che mai, e pronta ad ottenere le autorizzazioni necessarie per sbarcare sul mercato. 
Molto probabilmente la scadenza originariamente fissata per metà 2020 non sarà rispettabile, ma l'ipotesi che possa essere rilasciata in autunno di quest'anno ora come ora sembra perlomeno plausibile. 

Marco Cavicchiolidi Marco Cavicchioli   
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