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La Bce si prepara al lancio dell’euro digitale: ecco di cosa si tratta

La novità è in fase di test in Francia ed è destinata a rivoluzionare il mondo della finanza. Le differenze con i Bitcoin e i veri obiettivi di Francoforte

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
La Bce si prepara al lancio dell’euro digitale: ecco di cosa si tratta

Il successo delle criptovalute come il Bitcoin e l’annuncio di progetti come Libra di Facebook hanno spinto le Banche centrali di tutto il mondo a mettersi in moto per evitare di perdere la sovranità monetaria. Da un sondaggio condotto dalla Bank of International Settlement è emerso che oltre 50 istituti sono al lavoro per il lancio di valute digitali. Tra loro figura anche la Bce.

Quest’ultima notizia non è una vera e propria sorpresa dato che tempo fa è stata la stessa Christine Lagarde ad annunciare che Francoforte “avrebbe indagato attentamente l’eventualità di introdurre una valuta digitale"

Tecnicamente cosa è un euro digitale? Senza entrare in complessi dettagli tecnici si può affermare che si tratta di una moneta simile alle criptovalute esistenti gestite su blockchain decentralizzate, ovvero su reti informatiche che non vengono controllate da una autorità centrale.

Grazie alla blockchain decentralizzata le nuove monete digitali sono in grado di garantire l’anonimato delle transazioni. Lo scambio di somme di denaro può avvenire senza la possibilità di identificare gli attori.

E questa è la principale differenza rispetto ai pagamenti digitali che già si effettuano utilizzando carte di credito o conti correnti online. In questo caso, infatti, le transazioni sono sempre riconducibili a delle persone fisiche o giuridiche.

Ma alcuni esperti del settore mettono in discussione l’ipotesi che l’euro digitale possa effettivamente garantire l’anonimato. La valuta non verrebbe gestita su una blockchain decentralizzata ma su una rete controllata dalla stessa Banca centrale europea che potrebbe in questo modo monitorare i movimenti finanziari ed eventualmente bloccare i fondi.

L'euro digitale sarebbe dunque una sorta di “cavallo di Troia” che avrebbe come obiettivo primario non la creazione di una vera e propria criptovaluta decentralizzata ma semplicemente un concorrente delle monete digitali esistenti e in rampa di lancio.

I risultati sarebbero due: blindare la sovranità monetaria e favorire la diffusione dei pagamenti digitali al posto dei contanti grazie alla possibilità, offerta a tutti i consumatori, di poter utilizzare direttamente gli smartphone. Ancora oggi il 76% delle transazioni nell'area euro avvengono tramite banconote e questo rende difficile il contrasto dell'evasione fiscale. 

Per chi non mette in discussione l’importanza delle Banche centrali nell’ambito delle moderne economie di mercato si tratta di obiettivi importanti per il bene della collettività.

Le ultime notizie sull’euro digitale indicano una accelerazione del progetto. La valuta è in fase di test in Francia dove la Bce, in collaborazione con Sociéte Générale, ha effettuato una transazione di 40 milioni di euro su una rete blockchain.

Un momento storico importante perché non c’è alcun dubbio che l’euro digitale è destinato ad avere un forte impatto sul mondo della finanza (valute, strumenti di investimento), sulle banche, sulle imprese e sui consumatori.

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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