Arrestati gli hacker del recente attacco a Twitter grazie agli exchange di criptovalute
Proprio grazie al fatto che gli hacker abbiano deciso di incassare bitcoin è stato possibile individuarli

Sono stati scoperti ed arrestati gli hacker responsabili del clamoroso attacco informatico a Twitter del 15 luglio.
Come riferisce il New York Times, la mente è un ragazzo americano di appena 17 anni che vive a Tampa, in Florida, mentre gli altri due sono di Orlando, Florida, e della Gran Bretagna.
Che non si trattasse di veri e propri criminali professionisti lo si era già intuito da alcuni fattori. Infatti l'attacco aveva un potenziale immenso, ed avrebbe potuto fruttare loro molto di più di 12 bitcoin.
Inoltre il fatto che abbiano rivelato così facilmente, e pubblicamente, il loro indirizzo bitcoin faceva supporre che probabilmente non erano a conoscenza del fatto che tutte le transazioni sulla blockchain di bitcoin sono pubbliche e tracciabili.
Infatti meno di una settimana dopo l'incidente gli agenti federali avevano già individuato la pista giusta che, nel giro di pochi giorni, li ha condotti al diciassettenne di Tampa.
Pur appartenendo ad una vera e propria community di hacker, i tre probabilmente non erano sufficientemente esperti di criptovalute.
Sebbene al diciassettenne siano stati confiscati bitcoin per una cifra quasi quattro volte superiore a quella incassata con l'hack a Twitter, i suoi due complici hanno commesso alcuni errori da principiante.
In buona sostanza, dopo aver incassato i bitcoin li hanno depositati su alcuni noti exchange di criptovalute per poterli cambiare in dollari, sterline, o stablecoin.
Tuttavia tutti gli exchange di criptovalute più noti che supportano anche valute legali richiedono necessariamente la verifica dell'identità degli utenti.
I due complici pensavano di aver "ripulito" i bitcoin illecitamente acquisiti grazie ad alcune procedure che servono per rendere più difficile tracciarli, ma evidentemente ciò non è stato sufficiente.
In altre parole, grazie ad appositi software di analisi della blockchain, le autorità sono riuscite a non perdere traccia di questi bitcoin, e quando hanno scoperto che erano stati depositati su alcuni exchange di criptovalute è bastato loro avvisare i gestori degli exchange richiedendo le identità dei conti su cui erano stati depositati.
Insomma, per gli inquirenti si è trattato quasi di un gioco da ragazzi, visti gli errori madornali commessi dagli sprovveduti hacker.
Chi conosce bene bitcoin sa che non è particolarmente intelligente utilizzarli come valute per incassare fondi illeciti, proprio perchè, sebbene anonimi, non sono affatto difficili da tracciare. Anzi, se i criminali che incassano bitcoin sono inesperti come i ragazzi che hanno hackerato Twitter, per le autorità può essere decisamente facile individuarli.