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Quale è lo stato di salute dell’economia italiana? Il responso degli ultimi dati è allarmante

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
Quale è lo stato di salute dell’economia italiana? Il responso degli ultimi dati è allarmante
La premier Giorgia Meloni (Ansa)

L’economia non è una scienza esatta ma ha comunque un grande vantaggio: la disponibilità di dati statistici che consentono di andare oltre le opinioni e formulare giudizi oggettivi. Gli ultimi dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica sulla crescita economica e sull’inflazione forniscono un quadro chiaro e preciso sullo stato di salute dell'economia italiana: nel terzo trimestre del 2023 il prodotto interno lordo è rimasto invariato sia rispetto al trimestre precedente (dato congiunturale) sia rispetto al terzo trimestre del 2022 (dato tendenziale). Tradotto in termini più semplici: la nostra economia è completamente ferma. Congelata. Come si può vedere nel grafico di sotto, la decelerazione dura ormai da tempo e getta ombre sul futuro che ci attende.

Crescita trimestrale del Pil italiano su base annua (ovvero rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente) a partire dalla fine del 2020

Buone notizie sono arrivate sul fronte dell’inflazione. L’indice dei prezzi al consumo di ottobre su base mensile è sceso in territorio negativo (-0,1%) dal precedente +0,2%. Su base annuale è crollato invece al +1,8% dal 5,3% di settembre. La normalizzazione dell’inflazione è il risultato della politica monetaria ristrettiva della Banca centrale europea e ovviamente della frenata dell’economia. La stabilizzazione dei prezzi è positiva ma bisogna anche essere consapevoli che il danno ormai è fatto, ovvero che la forte perdita del potere di acquisto degli ultimi due anni non sarà più recuperata. Nel 2022 l'inflazione è stata dell'8,1% e per il 2023 quella acquisita è già al 5,7%. Gli italiani (in particolare quelli a reddito fisso) sono e resteranno più poveri rispetto al passato. 

Andamento dell'inflazione italiana su base annuale a partire da novembre 2022

E’ vero che la Manovra in corso di approvazione prevede un aumento delle retribuzioni più basse grazie al taglio del cuneo fiscale, ma la misura è finanziata in deficit e non è strutturale ovvero vale solo per il 2024. Per rinnovarla anche l’anno prossimo bisognerà trovare le risorse e non è semplice farlo con un’economia che non cresce. Sullo sfondo rimane infatti l’enorme problema del debito pubblico. La gelata della crescita fa saltare tutte le previsioni del governo sul deficit e sul rapporto debito/pil, che rimane altissimo al 144,7% contro il 134,1% pre pandemia. 

Una mano di aiuto potrebbe arrivare dalla Banca centrale europea, ma nell’ultima riunione di Francoforte Christine Lagarde è stata chiara: è ancora prematuro parlare di un taglio dei tassi di interesse. Se va bene al massimo i tassi di interesse resteranno invariati. 

Conclusione: l’Italia deve cavarsela da sola ma la recente Legge di Bilancio mostra che al di là di qualche partita di giro (più soldi ai lavoratori, meno ai proprietari di case che affittano) non ci sono idee. Manca completamente una visione del futuro del nostro Paese. Si vive praticamente alla giornata. E questo è un problema non solo dell’attuale governo ma di tutti gli esecutivi che si sono avvicendati negli ultimi anni. Il dato dell’Istat sulla crescita nulla certifica semplicemente uno stato di impotenza che nel Paese si respira a pieni polmoni.

 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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