Con il suo piano di riarmo von der Leyen in un colpo solo affonda il sogno europeo e i conti pubblici italiani. I dettagli
Anziché creare un esercito europeo comune, Bruxelles spinge per far esplodere le spese militari dei singoli Paesi, nonostante l’Europa spenda già per la Difesa più della Russia

La presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato Rearm Europe, un piano da 800 miliardi di euro per potenziare militarmente l’Europa. Un piano che per essere giudicato va capito, ed è quello che proveremo a fare.
Non sono soldi europei, ma soldi dei singoli paesi (ovvero debito)
Nonostante l’Europa abbia messo il cappello sull’operazione, di fatto lo sforzo principale dovrà essere fatto dai singoli Stati. Degli 800 miliardi in gioco ben 650 sono in capo ai singoli paesi che possono creare debito aggiuntivo pari all'1,5% del PIL, senza doversi preoccupare di rispettare le rigide regole di Bilancio europee. Dunque la grande concessione di Bruxelles è un allentamento dei vincoli imposti dal Patto di stabilità e crescita. Solamente 150 miliardi arriverebbero dall’Europa attraverso la concessione di prestiti da parte della Commissione Europea. Dunque prestiti (non fondi) che peserebbero ulteriormente sulle casse dei singoli Stati.
Nessuna traccia di un esercito comune europeo
Ciò che emerge da questo piano è evidente: si procede in ordine sparso. Non c'è traccia della creazione di un esercito comune europeo ma il semplice riarmo nazionale di 27 paesi. La volontà politica di fare davvero una difesa in comune non c’è. Resta un miraggio.
Il piano Draghi e la necessità di spendere meglio le risorse destinate alla Difesa
Eppure è stato lo stesso Mario Draghi, lo scorso autunno, ad indicare la via che l’Europa avrebbe dovuto seguire per rafforzarsi militarmente. L’ex presidente della BCE nel suo rapporto aveva spiegato che non basta spendere di più, ma serve spendere meglio attraverso un maggior coordinamento della spesa. Anche perché l’Europa al momento spende già tanto in armamenti. La tesi che la UE spenda poco è una vera e propria fake news. Di questo bisogna essere assolutamente consapevoli.
Le spese militari europee sono già più alte di quelle russe
Secondo i dati autorevoli del SIPRI, la spesa militare totale nei paesi Ue nel 2023 era di 313 miliardi di dollari, circa un terzo di quella degli Stati Uniti (916 miliardi), di poco superiore alla Cina (296 miliardi) e ben tre volte quella della Russia che si aggira sui 64,8 miliardi. Quest'ultimo dato è stato contestato perché considera definizioni diverse di spesa militare. Ma anche nell'ipotesi più conservativa (ovvero quella che riduce il più possibile il volume delle spese europee) l'Europa spende il 58% in più rispetto ai russi. Dunque stiamo già facendo uno sforzo finanziario per la Difesa superiore a quello del nemico (Putin) da cui dovremmo difenderci.
Creare un esercito comune significa unificare le forze armate
Creare un esercito comune europeo significa unificare le forze armate degli Stati membri dell'UE sotto un comando congiunto, con strategie, equipaggiamenti e operazioni coordinate e non far crescere le spese militari dei singoli paesi a livelli esagerati. Significa dunque utilizzare meglio le risorse dedicate alla Difesa, senza necessità di fare ulteriori spese.
Il piano Rearm affossa i conti pubblici italiani
Bisogna spendere meglio le risorse esistenti anche perché per alcuni paesi altamente indebitati, come l’Italia, il conto da pagare del piano von der Leyen non è sostenibile senza compromettere ulteriormente lo Stato sociale. Due semplici calcoli ci aiutano a capire perché. Una spesa aggiuntiva pari all’1,5% del PIL per quattro anni (questo il periodo temporale del piano Rearm Europe) implica un costo complessivo di circa 132 miliardi di euro, ovvero 33 miliardi all’anno. E' il valore di una intera finanziaria. E non bisogna essere dei geni di finanza pubblica per capire che per l’Italia non è un investimento sostenibile. Altri paesi, come la Germania, possono affrontarlo facendo aumentare il debito, perché partono da livelli bassi, ma per noi una spesa interamente finanziata in debito farebbe schizzare il rapporto debito/PIL oltre il 140%.
L'Italia spende già l'1,5% del Pil per la Difesa
Viste le nostre condizioni finanziarie precarie ha senso far lievitare la spesa per la Difesa? Forse no, dato che negli ultimi anni è già cresciuta tantissimo. Il bilancio del Ministero della Difesa per il 2025 è di 31,295 miliardi di euro, che rappresenta l'1,5% del PIL italiano. Dunque dando retta alle intenzioni super bellicose di von der Leyen, si arriverebbe a oltre 60 miliardi, ovvero al 3% del PIL, ben oltre l’obiettivo NATO del 2%.
Il piano Rearm è sbagliato
Non c’è bisogno di ulteriori numeri per capire che il piano Rearm annunciato dalla presidente della Commissione europea è sbagliato. Un piano che guarda il dito e non la Luna. L’Europa ha bisogno di un esercito comune e non di far esplodere le spese militari dei singoli Paesi. Esercito comune che consentirebbe di razionalizzare le spese europee che sono già ingenti.
Si è perso lo spirito europeo dei padri fondatori
Purtroppo i leader europei attuali (con in testa la presidente della Commissione) hanno perso per strada il vero spirito europeo. Nelle attuali condizioni la moneta unica (l’euro) non sarebbe mai potuta nascere. L’Europa continua ad essere dominata dai singoli egoismi nazionali. Il disimpegno degli Stati Uniti dal Vecchio Continente sarebbe potuto essere una grande occasione e invece si sta trasformando in un clamoroso autogol, che mette fine per sempre al sogno di arrivare (finalmente) a un’Europa veramente unita.