Nouriel Roubini vede nero: siamo nel mezzo di una depressione geopolitica. Le conseguenze
Per il noto economista l'inflazione sarà più persistente ed è alto il rischio di recessione e crash dei mercati
"La natura dei rischi economici e finanziari di oggi è molto diversa da pochi anni fa, e poi ci sono rischi non economici ma che hanno effetti a cascata anche sull'economia. Viviamo in una depressione geopolitica, con la guerra in Ucraina che sta portando a shock economici in tutto il mondo". Lo ha affermato Nouriel Roubini, professore di economia alla New York University Stern School of Business, all'evento "Il mercato italiano dei capitali: quale futuro?" presso l'Università Bocconi.
"Inoltre, in Cina c'è una crescente guerra fredda con gli Stati Uniti, con entrambe le parti in escalation" ha aggiunto.
I pericoli sono però anche in altre parti del mondo, "con l'Iran che sta diventando uno stato nucleare, con l'instabilità che potrebbe portare a shock sul mercato del petrolio".
Secondo Roubini, "questa stato di cose complessivo sta portando a decoupling, divisione, deglobalizzazione, con maggiori costi economici a livello globale".
Sullo sfondo "c'è il fatto che stiamo facendo poco sul cambiamento climatico, con costi severi sul fronte economico e fiscale, mentre la pandemia da COVID non sarà l'ultima, in quanto dagli anni '80 ne abbiamo avute molte, con grande correlazione con il cambiamento climatico, perché stiamo sempre più cambiando gli ecosistemi".
Guardando avanti, l'economista ha affermato che "l'inflazione sarà più persistente di quello che mercati, banche centrali e persone credono, sia negli Stati Uniti che nell'Eurozona. Quindi o la Fed porta i tassi al 6% e la BCE oltre il 4%, altrimenti l'inflazione farà fatica a tornare all'obiettivo. Questo potrebbe portare a una recessione economica e un crash dei mercati".
Inoltre, "sebbene i prezzi delle commodities sono calati per i tumori della recessione, sono in un super-ciclo a causa dei sotto investimenti e sotto capacità. Sulla supply side quindi ci sono pressioni sull'inflazione, mentre la Cina ha riaperto e la guerra continua".