[INTERVISTA] “Vi spiego perché diversificare gli investimenti è in realtà una scelta sbagliata"

Tiscali News ha sentito Gian Massimo Usai, co-inventore di Trend Positioning

[INTERVISTA] “Vi spiego perché diversificare gli investimenti è in realtà una scelta sbagliata'

La ricerca della tecnica ideale di investimento nei mercati finanziari è simile alla ricerca della pietra filosofale che trasforma i metalli in oro. In tanti ci hanno provato in passato e ci provano nel presente. Tra questi c’è Gian Massimo Usai, co-inventore del metodo Trend Positioning, che consentirebbe di “scoprire prima degli altri le Google o le Amazon di domani, riconoscendo il DNA comune a tutti i titoli che nella storia hanno moltiplicato per più del 1000% il loro valore”.

Usai ha spiegato la sua metodologia in un libro (acquistabile online) che ribalta alcuni dei più importanti principi di investimento suggeriti dai massimi esperti del settore: diversificare è un errore, non bisogna acquistare ETF, non bisogna investire attraverso i PAC, è sbagliato investire solo su ciò che si conosce, non bisogna avere il timore di essere speculatori e non semplici risparmiatori. Incuriositi da queste affermazioni lo abbiamo sentito per capire meglio cosa è il Trend Positioning

Partiamo da quella che agli occhi di tanti appare come una vera e propria eresia: diversificare gli investimenti è un errore. Perché?
“Contrariamente a quanto generalmente si pensa anche un grande guru della finanza internazionale come Warren Buffet è contrario alla diversificazione degli investimenti. Per essere più precisi, la suggerisce sono alle persone che non hanno voglia di studiare i mercati o che hanno paura di prendere decisioni rischiose. In questi casi è sicuramente una strategia corretta ma certamente non lo è per tutti quelli che sono alla ricerca di rendimenti superiori a quelli medi di mercato”.

Se un investitore decide di non diversificare ovvero decide di non acquistare l’intero mercato, per esempio attraverso uno o più fondi di investimento, idealmente quanti titoli dovrebbe avere in portafoglio?
"Matematicamente è dimostrato che oltre i 20 titoli si riducono i rendimenti perché quelli che vanno male erodono la performance di quelli che vanno bene senza ridurre il rischio. Oltre i 20 titoli infatti la riduzione marginale del rischio è infinitesimale e non ha alcun senso farla. Venti può dunque essere visto come un limite massimo, ma adottando opportune tecniche di investimento, come il Trend Positioning, si può scendere anche a 8/10 titoli”.

In estrema sintesi quali sono i principi fondamentali del Trend Positioning?
"E’ una tecnica di investimento attiva basata su un mix di analisi fondamentale e analisi tecnica. Si parte con la ricerca dei titoli, tipicamente società ad alto potenziale di crescita, che presentano caratteristiche di bilancio e di settore simili a quelle possedute inizialmente da società che tutti avremmo voluto in portafoglio,  ovvero titoli come Microsoft, Google, Meta e così via. Se andiamo a studiare questi titoli scopriamo infatti che tutti avevano una serie di caratteristiche specifiche dal punto di vista della crescita delle vendite, degli utili e dell’innovazione che stavano portando nel mercato. All’analisi fondamentale si aggiunge poi l’analisi tecnica che indica il momento corretto per investire nell’azione. L’analisi tecnica consente di trovare quei titoli che già si stanno muovendo verso l’alto. E’ matematicamente dimostrato che comprare solamente nei trend rialzisti aumenta la performance degli investimenti”.

Come individui i titoli su cui investire? Ti basi su qualche processo di selezione automatizzato?
"Utilizzo un software che si chiama TC2000 all’interno del quale ci sono degli algoritmi da me sviluppati nel corso degli anni, che filtrano i titoli su cui investire fra migliaia di opportunità prevalentemente sul mercato americano. In una fase di mercato positiva il sistema può trovare dalle 10 alle 20 opportunità ogni giorno. Il mio compito è quello di completare l’analisi per scegliere i 2/3 investimenti migliori. In questa seconda fase utilizzo un’applicazione per l’analisi tecnica che si chiama Trading View, perché come ho detto prima è importante scegliere i titoli giusti ma anche il momento corretto per acquistarli e successivamente venderli”.

Il metodo si può seguire autonomamente o per essere implementato ha bisogno della consulenza del tuo team?
"Premessa importante: noi come Trend Positioning Research Institute non facciamo consulenza sugli investimenti ma semplicemente formazione. Attraverso una serie di percorsi possiamo permettere alle persone che lo vogliono di investire autonomamente, seguendo la metodologia che abbiamo sviluppato. Sottolineo però ancora una volta che è una tecnica non adatta per tutte le tipologie di investitori, ma solo per quelli che hanno una propensione maggiore al rischio e che non si accontentano di acquistare passivamente l’intero mercato, attraverso uno o più fondi, aspettando il lungo periodo per raccogliere i frutti”.

I software utilizzati per l’analisi dei titoli sono a pagamento o gratuiti?
“TC2000 e Trading View  sono piattaforme professionali a pagamento, esistono però anche delle alternative gratuite ovviamente meno performanti. Per esempio, la selezione dei titoli tra le migliaia di opportunità esistenti può essere fatta senza costi con Finviz. L’analisi tecnica può essere fatta anche su Trading View che gratuitamente offre alcune funzionalità”.

Da quello che ci hai raccontato emerge che il tuo sistema di investimento fa già un uso massiccio della tecnologia. Secondo gli esperti lo sviluppo di piattaforme di intelligenza artificiale come ChatGPT rappresenterà un’ulteriore passo in avanti verso l’automazione. A tuo avviso si arriverà alla completa eliminazione dell’uomo nelle scelte di investimento?
"Non credo assolutamente in questo scenario per un semplice motivo: alla base di tutto c’è il profilo psicologico dell’investitore ovvero la sua propensione al rischio e dunque la sua preferenza verso una metodologia di investimento anziché un’altra. La decisione su come investire spetterà dunque sempre all’uomo. Detto questo, l’intelligenza artificiale potrà sicuramente dare un contributo importante nella individuazione delle opportunità”.

Gian Massimo Usai