Il grafico finanziario che non lascia dormire sonni tranquilli alla premier Meloni

Le parole pronunciate recentemente da Giancarlo Giorgetti descrivono perfettamente il momento delicato che sta vivendo l’attuale governo guidato da Giorgia Meloni. “A me – ha detto il ministro dell’Economia - non fa paura la commissione europea, a me fanno paura le valutazioni dei mercati che mi comprano il debito pubblico”. Frase pronunciata non a caso ma nel momento in cui dal mercato incominciano ad arrivare segnali preoccupanti.
L’allarme principale riguarda l’andamento del Btp a tasso fisso decennale, il titolo di Stato più importante per capire l’umore dei mercati. Come si può vedere nel grafico di sotto nelle ultime settimane il rendimento è schizzato verso l’alto e questa non è una buona notizia.

Non è una buona notizia in primo luogo perché se crescono i rendimenti aumenta la spesa che il governo deve sostenere per rifinanziare il debito. In secondo luogo perché certifica la fine della luna di miele dei mercati con il governo Meloni.
Il rialzo dei rendimenti obbligazionari non è solo un fenomeno italiano. E’ un trend generale alimentato principalmente dal rialzo dei tassi operato dalle banche centrali per frenare l’inflazione. La Bce ha fatto capire chiaramente che riportare la corsa dei prezzi alla normalità è la priorità e che i tassi resteranno alti a lungo.
Il rincaro del costo del denaro inevitabilmente acuisce le difficoltà dell’economia come certificato dai dati economici. La Germania è in recessione e anche la nostra economia inizia a scricchiolare come evidenziato dalla contrazione del PIL italiano dello 0,4% nel secondo trimestre rispetto al trimestre precedente.
Con un debito pubblico che supera il 144% del Pil la frenata economica non solo riduce i margini di manovra del governo ma riaccende le solite paure sulla tenuta dei conti pubblici. Timori prontamente manifestati dai mercati con il rapido aumento del rendimento richiesto dagli investitori sul Btp decennale. Rialzo registrato ovviamente anche dallo spread con il decennale tedesco passato rapidamente da 160 a 190 punti.

Il quadro è chiaro e profondamente simile a quello degli anni pre covid. La manovra finanziaria in via di definizione non solo dovrà soddisfare Bruxelles ma anche i mercati, come spiegato perfettamente dal ministro dell’Economia, Giorgetti.
Cosa dovrebbe dunque fare il governo per evitare di collassare come accaduto ai precedenti esecutivi di centro destra guidati da Berlusconi? La via è obbligata: serietà e realismo. Porre fine definitamente alla stagione dei populismi, dei bonus a pioggia e delle promesse elettorali irrealistiche. Affermare con forza che la tenuta finanziaria del paese è una priorità irrinunciabile per questo esecutivo. La Legge di Bilancio sarà il banco di prova per capire di che pasta è fatta Giorgia Meloni.