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La follia dei mercati: una criptovaluta nata per scherzo ora vale più di GM e Ford grazie a Elon Musk

Dogecoin ha raggiunto un valore di mercato stratosferico dopo la vittoria di Trump e l’annuncio della creazione del Department of Government Efficiency guidato dall'imprenditore più ricco del mondo

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
La follia dei mercati: una criptovaluta nata per scherzo ora vale più di GM e Ford grazie a Elon Musk

L’elezione di Donald Trump ha messo il turbo a Bitcoin e in generale a tutto il mondo delle criptovalute. Sugli scudi in particolare Dogecoin, la valuta digitale preferita da Elon Musk che grazie a un rialzo esplosivo in poche sedute ha raggiunto una capitalizzazione di mercato stratosferica: oltre 50 miliardi di dollari, più di colossi dell’industria americana come General Motors e Ford. Un evento incredibile perché Dogecoin è una meme coin ovvero una criptovaluta nata per scherzo.

Dogecoin nasce nel 2013 grazie Billy Markus e Jackson Palmer, due ingegneri del software che decidono di creare una parodia di Bitcoin. Per farlo si ispirano al meme di un cane (dog in inglese) e per la precisione a uno shiba inu giapponese che viene raffigurato nel logo della moneta.

L’intento è giocoso e ha successo. Dogecoin incredibilmente diventa popolare attirando l’interesse degli investitori. Attorno alla cripto valuta si crea una vera e propria community che promuove la moneta attraverso iniziative benefiche e sponsorizzazioni sportive. Celebre nel gennaio 2014 è la raccolta di fondi per sostenere la partecipazione della squadra giamaicana di bob alle Olimpiadi invernali di Sochi.

La storia di Dogecoin cambia all’inizio del 2021 quando Elon Musk in un celebre tweet definisce questa meme coin nata per scherzo “la criptovaluta del popolo”. L’attenzione del celebre imprenditore di origine sudafricana scatena l’interesse degli investitori che in un generale clima di euforia per Bitcoin e le altre valute digitali fanno lievitare il valore fino a 0,74 dollari. Al momento della sua nascita (nel 2013) Dogecoin valeva appena 0,00026 dollari.

Il 2022 è stato un anno nefasto per le criptovalute e anche Dogecoin ha pagato dazio. Il prezzo è letteralmente crollato, toccando un minimo di 0,04914 dollari. Sembrava la fine degli eccessi irrazionali dei cripto investitori e ovviamente le meme coin hanno pagato il prezzo più alto. Ma la batosta del 2022 non ha segnato la fine del mondo cripto e sorprendentemente anche le meme coin si sono riprese. Dogecoin ha chiuso il 2023 a 0,08955 dollari con un rialzo dell’82,25% rispetto ai minimi del 2022.

A sostenere la valuta ci ha pensato ancora una volta Elon Musk che ad aprile del 2023 ha temporaneamente sostituito il logo di Twitter con l’immagine del Dogecoin. Successivamente a giugno l’imprenditore è stato accusato di insider trading ovvero di aver manipolato il prezzo della meme coin a fini speculativi. Ad agosto le accuse contro Musk sono state respinte.

Dogecoin è tornata prepotentemente alla ribalta negli ultimi giorni grazie alla vittoria di Trump che ha fatto volare le quotazioni di tutte le criptovalute. Anche la meme coin dello shiba inu si è accodata al generale rialzo ma il suo valore è letteralmente esploso dopo l’annuncio della creazione del Department of Government Efficiency guidato da Elon Musk. Il motivo? E’ incredibile: l’acronimo di Department of Government Efficiency è DOGE e in tanti hanno visto nella scelta di questo nome un omaggio dell'imprenditore più ricco del mondo alla sua meme coin preferita.

Il valore di Dogecoin è arrivato a toccare 0,40 dollari, prima di ripiegare leggermente. La capitalizzazione di mercato è schizzata oltre i 50 miliardi di dollari, più del valore di mercato di colossi dell’industria americana come General Motors e Ford. 

Il prezzo di Dogecoin non è legato a un valore reale intrinseco come quello di una azienda o di una materia prima. E’ semplicemente il frutto dell’interesse speculativo degli investitori. Dogecoin può valere 0,40 dollari solamente perché nel mercato c’è qualcuno disposto a pagare questa cifra nella convinzione che il prezzo possa ulteriormente salire in futuro. E’ una follia ma i mercati finanziari sono fatti anche di questo e non solo di razionalità (come insegna la storia).

 

 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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