La Bce vuole l’euro digitale: perché potrebbe essere una grave minaccia per la libertà dei cittadini
Christine Lagarde punta a finalizzare il progetto entro ottobre di quest’anno, ma negli Stati Uniti il presidente Trump parlando di “pericolo tirannia” ha ufficialmente vietato il varo del dollaro digitale. Caratteristiche, vantaggi e rischi di uno strumento monetario che potrebbe essere più di una semplice rivoluzione finanziaria

La Banca centrale europea accelera sull’euro digitale. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha dichiarato che l’obiettivo è finalizzare i preparativi per la sua introduzione entro ottobre 2025. Nel giro di pochi mesi i cittadini europei potrebbero ritrovarsi di fronte a una svolta epocale non priva di rischi. Non è un caso che a distanza di appena tre giorni dal suo insediamento Donald Trump ha ufficialmente vietato il varo del dollaro digitale parlando di “pericolo tirannia”. In Cina invece è già realtà lo yuan digitale. Comprendere la natura di questi nuovi strumenti finanziari prima dell’introduzione della moneta unica digitale è essenziale per valutare le implicazioni del cambiamento.
Distinzione tra moneta digitale ed euro digitale
Qualcuno potrebbe affermare (a ragione) che il denaro digitale esiste già. Possiamo visualizzare il nostro estratto conto online, possiamo fare dei bonifici bancari, possiamo fare shopping con una carta di credito. Molte persone già oggi non utilizzano più il contante ma effettuano solo transazioni e pagamenti digitali. Dunque quale sarebbe la novità introdotta dall’euro digitale? La risposta per essere compresa necessita di un attimo di attenzione. Il denaro digitale esistente oggi (quello che abbiamo sui nostri conti correnti) non è vero denaro ma una promessa di pagamento delle banche. Questo denaro esiste nei sistemi informativi degli istituti finanziari. L’euro digitale, invece, è una moneta digitale emessa direttamente dalla Banca centrale europea, una versione elettronica dell’euro fisico, garantita al 100% dalla Bce senza dipendere da banche private. Il risultato concreto sarebbe quello di passare da un sistema monetario con intermediari (le banche commerciali) a uno gestito direttamente dalla Bce che eliminerebbe il ruolo delle banche nella creazione e gestione del denaro. Questo è proprio quello che ha spiegato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in audizione dalla Camera, dando il via libera al progetto.
La posizione di Giorgia Meloni
“Non siamo contrari all’euro digitale purché non sia sostitutivo del contante” ha affermato la premier italiana. “Abbiamo sempre spiegato – ha proseguito – che il problema dell’attuale moneta elettronica è che è una moneta privata per la quale si paga una commissione per il suo utilizzo. Questo comporta che quando si fanno pagamenti digitali, una parte viene drenata anche se piccola, mentre 100 euro in contanti valgono sempre 100 euro”. Arrivati a questo punto i vantaggi di un euro digitale dovrebbero essere chiari eppure il giudizio dei vari governi nei confronti delle monete digitali delle banche centrali (CBDC ovvero central bank digital currency) non è unanime.
La Cina ha già lanciato lo yuan digitale
In Cina lo yuan digitale è già realtà. Dal 2020, la PBOC ((People's Bank of China), la banca centrale cinese, ha avviato programmi pilota in diverse città cinesi tra cui Shenzhen, Suzhou, Xiong'an e Chengdu, con l'obiettivo di testare e perfezionare il sistema. Durante le Olimpiadi Invernali del 2022, lo yuan digitale è stato utilizzato da atleti e visitatori, dimostrando la sua funzionalità su larga scala. Nel 2024 il volume totale delle transazioni in yuan digitale ha raggiunto circa 7 trilioni di yuan (circa 987 miliardi di dollari), indicando un'adozione crescente sia da parte dei consumatori che delle imprese.
Trump ha ufficialmente vietato il dollaro digitale
Sul lato opposto ci sono invece gli Stati Uniti. Il neo presidente americano il 23 gennaio (dunque dopo appena 3 giorni dal suo insediamento) tramite un decreto esecutivo ha ufficialmente vietato la creazione di un dollaro digitale. Tale decisione è stata motivata dalla volontà di proteggere i cittadini dai pericoli di una CBDC, considerata una forma di "tirannia governativa" che potrebbe compromettere la sovranità individuale e la stabilità finanziaria. La posizione di Trump non è isolata ma condivisa anche dal presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha assicurato che la Fed non introdurrà una valuta digitale centrale durante il suo mandato, che terminerà nel maggio 2026.
Le motivazioni geopolitiche dietro la nascita delle CBDC
Come è possibile che Europa, Cina e Stati Uniti abbiano posizioni diametralmente opposte sulle CBDC ovvero sulle monete digitali delle banche centrali? Dare una risposta non è semplice. Si possono però individuare due motivazioni principali, la prima geopolitica e la seconda inerente invece i rischi derivanti dalla creazione di questi strumenti monetari. Per quanto riguarda le motivazioni geopolitiche, la Cina vede nello yuan digitale un grimaldello per indebolire la supremazia internazionale del dollaro. Sulla stessa lunghezza d’onda Christine Lagarde, che ha inquadrato il progetto della Bce come un’operazione “fondamentale per mantenere lo status globale dell’euro”.
I rischi per la libertà dei cittadini
I vantaggi sul fronte geopolitico e su quello commerciale (con l’eliminazione delle commissioni nei pagamenti digitali) non sono però “pasti gratuiti” ma hanno un prezzo salato da pagare: esporre i cittadini a rischi potenzialmente devastanti per la propria libertà. Pericoli che giustificano il termine “tirannia governativa” utilizzato da Donald Trump.
La tecnologia dietro l’euro digitale
L’euro digitale utilizzerà la tecnologia che ha consentito la nascita della criptovalute ovvero la blockchain, con la differenza che mentre bitcoin, ethereum e le altre cripto monete si basano su una blockchain decentralizzata (su una rete informatica che non ha un controllore), la moneta unica europea digitale sarà gestita da una infrastruttura centralizzata, controllata dalla Bce. La tecnologia sottostante l’euro digitale consentirà due operazioni fondamentali che sono l’origine di tutti i rischi connessi con il nuovo strumento monetario: la tracciabilità e la programmabilità.
La tracciabilità di tutte le transazioni
La tracciabilità è abbastanza semplice da comprendere. Il denaro digitale attualmente esistente non ha un codice identificativo ma è anonimo. Ogni euro digitale avrebbe invece un suo codice identificativo (una sorta di targa) e questo implica che la Bce potrebbe tracciare senza problemi tutte le transazioni effettuate con la nuova valuta. Le autorità monetarie europee hanno già fornito rassicurazioni sul rispetto della privacy dei cittadini, ma queste non eliminano però il problema di fondo: potenzialmente i cittadini europei si ritroverebbero in un sistema monetario in cui tutto quello che viene fatto con il denaro è noto a un potere centrale, che avrebbe dunque una sorveglianza totale sulle attività economiche individuali.
La programmazione della moneta
La seconda criticità è addirittura superiore a quella della privacy. La tecnologia sottostante l’euro digitale (la blockchain) consente la programmazione della moneta. Cosa significa? Molto semplicemente che la nuova moneta potrebbe nascere con delle caratteristiche particolari stabilite a priori dalla Bce. Due casi concreti possono aiutare a capire questo punto. Potrebbe essere creato denaro digitale con una scadenza programmata che costringe gli utenti a spendere i fondi entro un determinato periodo. Questo potrebbe ridurre la capacità di risparmio e dunque essere uno strumento di politica economica utile agli Stati per stimolare l’economia nei momenti di crisi, ovviamente a scapito della libertà dei cittadini. Altro caso: potrebbero essere imposte restrizioni sugli acquisti. Le autorità monetarie potrebbero cioè creare denaro che ha delle limitazioni su come e dove può essere speso. Per esempio lo Stato potrebbe decidere di impedire/vietare l’acquisto di determinati beni o servizi non conformi a determinati principi sociali o morali. La lista dei modi in cui il denaro digitale può essere programmato potrebbe proseguire, ma il concetto di fondo dovrebbe essere già chiaro: l'autorità monetaria (e dunque lo Stato) può imporre delle restrizioni alla libertà finanziaria dei cittadini.
Un atto di fiducia nei confronti delle istituzioni europee
Siamo ovviamente nel campo della fantapolitica, difficilmente la Bce non rispetterebbe l'impegno sulla privacy o creerebbe denaro a scadenza o con limitazioni di vario tipo sugli acquisti possibili, ma è importante essere consapevoli dei rischi che l’introduzione dell’euro digitale comporta. Accettarli è un atto di fiducia nei confronti delle istituzioni europee e nella loro capacità di difendere la democrazia, perché è evidente che una moneta unica digitale in mano a un regime autocratico diventerebbe un eccezionale strumento di oppressione.