Intesa San Paolo acquista 11 bitcoin. E' un momento storico per le banche italiane
La notizia segna l'ingresso degli istituti italiani nel mondo delle criptovalute che però già da tempo hanno attirato l'interesse di Wall Street e della politica americana

Per la prima volta nella storia un’importante banca italiana, Intesa San Paolo, ha acquistato direttamente bitcoin. L’operazione è stata effettuata il 13 gennaio e ha riguardato l’acquisizione di 11 bitcoin per un controvalore di circa 1 milione di euro. A rilevare la notizia è stato uno screenshot di alcuni scambi di email tra dipendenti. La banca ha successivamente confermato l'indiscrezione. La notizia è molto importante non per l’importo dell’operazione (1 milione di euro è poca roba nel mondo finanziario istituzionale) ma perché segna l’inizio di una nuova stagione per gli istituti bancari italiani, che fino ad ora erano rimasti fuori dal mondo delle criptovalute.
La vittoria di Trump sta alimentando grandi attese su bitcoin
Perché la più grande banca italiana ha scelto di acquistare bitcoin in questo momento? La risposta è semplice. Dopo la vittoria di Trump alle elezioni americane si sono create grandi aspettative sulla regina delle valute digitali. Il valore per la prima volta nella storia è salito sopra i 100 mila dollari e il recente ridimensionamento (ora viaggia sopra 90 mila) non ha spento la speranza che possa raggiungere livelli ancora più alti (qualcuno parla addirittura di 1 milione di dollari) grazie alla promessa del nuovo presidente americano di adottare politiche favorevoli alle criptovalute, come la creazione di una riserva strategica di bitcoin e l'allentamento delle normative esistenti.
Wall Street è già entrata nel business delle criptovalute
Wall Street da tempo è entrata nel settore. Nel gennaio 2024 la Securities and Exchange Commission (SEC) ha dato il via libera alla negoziazione in Borsa di fondi di investimento (ETF) basati sul bitcoin, consentendo a tutti gli investitori di accedere a questa criptovaluta attraverso strumenti finanziari tradizionali. Il via libera dell’autorità di vigilanza americana ha segnato un punto di svolta fondamentale nella storia di bitcoin che di fatto è entrato nel salotto buono della finanza mondiale. Alcuni dei fondi più importanti di Wall Street, come BlackRock, Fidelity e Grayscale Investments hanno immediatamente lanciato i loro ETF. Solamente il BlackRock iShares Bitcoin Trust (IBIT) ha accumulato oltre 50 miliardi di dollari di investimenti.
Bitcoin considerato il nuovo oro digitale
Molti considerano il bitcoin come il nuovo oro digitale a causa della sua offerta limitata e dunque della scarsità intrinseca. Il protocollo di bitcoin stabilisce un limite massimo di 21 milioni di monete, rendendolo di fatto simile all'oro, che ugualmente è scarso e difficile da estrarre.
Cresce il timore di una nuova ondata inflazionistica
A spingere al successo la regina delle criptovalute non ci sono però solo le promesse di Donald Trump, ma anche il timore che possa arrivare una nuova ondata inflazionistica a causa degli elevati livelli di debito pubblico in America e in Europa. Debiti pubblici che potrebbe costringere le banche centrali a stampare nuova moneta e dunque a creare nuova inflazione. In uno scenario simile il nuovo oro digitale rappresenterebbe una protezione.
Resta il problema della volatilità delle quotazioni
Non è però tutto oro quel che luccica. Le quotazioni di bitcoin continuano a soffrire di elevata volatilità e questa probabilmente è la sua principale debolezza, che spinge ancora molti investitori a guardare con sospetto a questo nuovo asset di investimento.