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Pensioni e denatalità, la trappola in cui è caduta l’Italia e di cui finalmente si parla

Da uno studio di Bankitalia è emerso che l’aumento dell’età pensionabile sta alimentando il calo delle nascite. Ma il ministro dell'Economia Giorgetti ha denunciato che non è possibile riformare il sistema pensionistico con i numeri della denatalità che abbiamo oggi. Le soluzioni a costo zero per uscire da questo circolo vizioso esistono ma richiedono un cambio di mentalità

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
Pensioni e denatalità, la trappola in cui è caduta l’Italia e di cui finalmente si parla

Lo scorso aprile l’Istat ha reso che in Italia la natalità è scesa al minimo storico: nel 2022 i nuovi nati non hanno raggiunto quota 400 mila (393 mila per la precisione). Ogni 1000 abitanti i neonati sono stati 7, i decessi più di 12. Dal 2008, ultimo anno in cui si è registrato un aumento delle nascite, il calo è stato di ben 184 mila nati. Numeri che iniziano ad essere preoccupanti e che danno ragione ad Elon Musk secondo cui “l’Italia sta scomparendo”.

Qualcuno potrebbe anche pensare che un calo della popolazione in fondo è positivo. Ma non è esattamente così perché bisogna anche tenere conto delle conseguenze, in particolare quelle economiche. Su questo punto è stato molto chiaro Giancarlo Giorgetti. Parlando di pensioni il ministro dell’Economia ha spiegato che “il sistema tiene se le generazioni hanno una continuità. Il tema della denatalità è fondamentale, non c'è nessuna riforma e misura previdenziale che tenga nel medio e nel lungo periodo con i numeri della denatalità che abbiamo oggi”. Tradotto in termini più semplici: se si prosegue con l’attuale trend delle nascite il sistema economico italiano salta.

Perché gli italiani non fanno più figli? Secondo l’Istat il minimo storico del 2022 è dovuta solo in parte alla spontanea rinuncia ad averli da parte delle coppie. Le cause sono esterne. E quali sono queste cause esterne?

Una spiegazione pochi giorni fa è arrivata da una fonte inattesa: Bankitalia. Uno studio della banca centrale italiana ha evidenziato che il calo delle nascite nel nostro paese è dipeso dal progressivo innalzamento dell’età pensionabile. Come noto – ha spiegato Bankitalia -  l’Italia soffre di gravi lacune sul fronte delle politiche e dei servizi all’infanzia. Le giovani coppie per mettere su famiglia sono costrette a fare grande affidamento sulle figure dei nonni, ma con l’innalzamento dell’età pensionabile che costringe le persone a stare al lavoro anche dopo i 60 anni questo ammortizzatore sociale sta venendo meno.

Che una denuncia di questo tipo sia arrivata da Bankitalia è incredibile perché Via Nazionale è stata sempre in prima fila nel chiedere rigore nei conti pubblici. Rigore che tuttavia ha fatto precipitare il Paese in un circolo vizioso da cui non è semplice uscire: non è possibile abbassare l’età pensionabile perché le nascite sono poche, e dunque il sistema non tiene nel medio lungo periodo, ma l’aumento dell’età pensionabile alimenta la denatalità.

E’ evidente però che in questa trappola il Paese non può stare. Avere i conti pubblici in ordine è totalmente inutile se l’Italia scompare. Cosa fare dunque per risolvere il problema senza però far esplodere il debito pubblico (perché anche questa è una esigenza di cui bisogna tenere conto)? Serve intelligenza politica. L’intelligenza è la capacità dell’uomo di trovare soluzioni ai problemi. Soluzioni che però devono essere innovative. Proporre i soliti pannicelli caldi (bonus bebè, aumento di assegni familiari e detrazioni ecc.) non serve a niente (come hanno dimostrato gli ultimi anni) perché la causa principale del problema non è il denaro ma la mancanza di tempo.

Sarebbe bello che l’Italia iniziasse a investire sul fronte delle politiche e dei servizi all’infanzia ma realisticamente sappiamo che non accadrà. Da anni è più alla moda parlare di flat tax e bonus a pioggia che non di asili nido. Creano più consenso politico. Forse l’unica strada davvero percorribile nel nostro Paese è un cambio nei modelli organizzativi del lavoro. La pandemia ha dimostrato che in molti settori un nuovo modo di lavorare è possibile grazie alle tecnologie digitali.

Senza nessun costo per la collettività e per le aziende lo smartworking potrebbe diventare un diritto per i genitori e per i lavoratori anziani (ovvero quelli oltre una certa età). Oppure si potrebbe incentivare il part time dei genitori e dei lavoratori anziani che non possono più essere produttivi oltre un certo numero di ore lavorative quotidiane. Sono solo due esempi su come sia possibile a costo zero recuperare tempo da dedicare alla famiglia. Tempo fondamentale affinché la natalità del nostro Paese inverta la tendenza negativa.

Altre soluzioni innovative potrebbero arrivare sulle modalità di accesso alla pensione, oggi terribilmente rigide ed uguali per tutti. Un nonno e una nonna, per esempio, potrebbero accettare di buon grado un anticipo dell’età di pensionamento con un assegno decurtato che consentirebbe loro di aiutare i figli e passare del tempo con i nipoti.

Servono idee nuove. Ma la classe dirigente italiana (politica e imprenditoriale) rimane (purtroppo) prigioniera di schemi di ragionamento fermi al XX secolo. Manca la capacità di immaginare un Paese diverso e il coraggio di provare a realizzarlo. Il risultato di questo stallo, di questo vecchiume, è sotto gli occhi di tutti: gli italiani non fanno più figli. L’Italia sta scomparendo.

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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