Nvidia, il nuovo gigante tecnologico: tra rivoluzione AI e interrogativi etici
L’azienda tecnologica californiana NVIDIA, quotata nell’indice NASDAQ alla borsa di New York, ha superato i mille miliardi di dollari di capitalizzazione, unendosi a Microsoft, Apple, Alphabet e Amazon nel piccolo gruppo che comprende le uniche aziende ad aver raggiunto questo traguardo.
Negli Stati Uniti, mentre alla Casa Bianca e al Congresso si sta discutendo la questione del tetto del debito, a Wall Street un nuovo gigante sta salendo alla ribalta: l’azienda tecnologica californiana NVIDIA, quotata nell’indice NASDAQ alla borsa di New York, ha superato i mille miliardi di dollari di capitalizzazione, unendosi a Microsoft, Apple, Alphabet e Amazon nel piccolo gruppo che comprende le uniche aziende ad aver raggiunto questo traguardo. Da inizio 2023, la quotazione del titolo è passata da 143,15 USD a quasi 400 USD.
NVIDIA è nata nel 1993, inizialmente il suo settore principale di produzione e commercio era la vendita di processori grafici relativi al mondo dei videogiochi e dei computer. Originariamente seguita per lo più solo dagli appassionati del settore, con il COVID e i lockdown nazionali aziende del settore come NVIDIA sono cresciute enormemente a seguito del boom per quanto riguarda l’interesse verso i computer per il tempo libero o per lo smart working in aumento. Traendo vantaggio anche dalla speculazione dovuta al grande aumento dei prezzi delle schede video e delle materie rare necessarie per produrle.
Ma l’ambito ancor più importante con cui l’azienda sta incrementando il suo valore è la nuova frontiera riguardante il mondo dell’intelligenza artificiale. Pur essendo un trend realmente esploso meno di un anno fa, molte aziende avevano già sviluppato contenuti collegati ad essa. Questo boom ha fatto sì che il valore del titolo dell’azienda californiana sia silenziosamente triplicato in otto mesi.
Il presidente e amministratore delegato dell’azienda Jensen Huang ha recentemente anche presentato una nuova piattaforma di supercomputer di intelligenza artificiale chiamata DGX GH200, specializzata nell’intelligenza artificiale generativa, definendola "un punto di svolta" per “una nuova era informatica". Nonché un’IA generativa specializzata nei videogiochi: NVIDIA Ace for Gamers.
Tutto questo, insieme a una partnership con l’azienda taiwanese MediaTek, produttrice di componenti per smartphone e tablet, che offrirà a Nvidia un accesso più ampio al mercato da 12 miliardi di dollari.
Complessivamente, quest’azienda sta diventando la nuova Apple o la nuova Microsoft della sua generazione? Sicuramente è ancora presto per dirlo con piena certezza.
Progredita drasticamente, ma diventata più seguita dal pubblico comune soprattutto con l’avvento di ChatGPT alla fine e ogni programma collegato all’intelligenza artificiale alla fine dello scorso anno, la storia ci dovrebbe insegnare a prestare sempre attenzione alle escalation in valore di aziende o titoli dello stesso settore. L’esempio principale collegato, rimanendo in ambito tecnologico, è la bolla di internet risalente alla fine degli anni ’90, durante la quale lo stesso indice Nasdaq salì alle stelle spinto dalle aziende attive nell’ambito di internet prima di “scoppiare” fra il 2000 e il 2001 causando il fallimento di molte aziende o la perdita di una larga parte della loro capitalizzazione.
Come la domanda precedente, anche in questo caso è molto presto per poter dire se si tratterà di un’altra bolla. Sicuramente l’intelligenza artificiale si sta sviluppando da tanto tempo e molte aziende ne stanno osservando gli sviluppi per rivoluzionare moltissimi ambiti. Il copywriting, i motori di ricerca, la scrittura, la programmazione e molto altro ancora.
Siamo a un punto tale che lo scorso marzo centinaia di CEO di aziende del settore, fra i quali risultano anche lo stesso CEO di OpenAI, l’azienda creatrice di ChatGPT, e Elon Musk, hanno scritto una lettera chiedendo formalmente di interrompere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale per almeno sei mesi.
Ciò dovrebbe fornire materiale su cui riflettere su più punti di vista.
Noi esseri umani siamo obsoleti? L’intelligenza artificiale ci sostituirà? È eticamente giusto sviluppare questo genere di tecnologie? Risulterà sostenibile andare “all in” su questo settore? Quali settori risentiranno di più da questo cambiamento?
Potremmo andare oltre e farci altre domande, a ciascuno la propria visione. Ma non dimentichiamo mai che queste forme di IA non esisterebbero senza di noi che le abbiamo create.
Tornando all’argomento da cui siamo partiti, aziende come NVIDIA stanno guadagnando e guadagneranno dal boom dell’intelligenza artificiale. Ma ancora non è possibile dire con certezza se l’azienda californiana o altre del settore continueranno a salire in termini di valore né possiamo “scommettere” al 100% su una bolla in procinto di esplodere. Non rimane altro che seguire gli sviluppi con attenzione, non unirsi ciecamente al gregge né ascoltare con fare acritico le previsioni dei media e compiere le nostre scelte dopo attente riflessioni e pianificazioni.
Una sola cosa è innegabile: questi sviluppi ci cambieranno. E non è quel falsissimo “ne usciremo migliori” del lockdown. Ma molti rivedranno i loro modi di fare sia sul piano lavorativo che personale. Basta non dimenticarsi mai chi siamo e ricordare la prima legge della robotica:
“Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.”
La citazione di oggi è la seguente:
“Un problema emerso con ChatGpt, e altre intelligenze di questo tipo, è la scomparsa dei confini tra realtà e finzione, verità e menzogna. Fa un salto di qualità la fabbricazione di fake news, magari corredate da immagini falsificate.”
Federico Rampini
Rendiamo la finanza amichevole, vi aspetto.
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