La previsione della Bundesbank che gela le speranze dei tedeschi (e del governo Meloni)

Brutte notizie per la principale economia europea (e di conseguenza per il resto del Continente): il Prodotto interno lordo della Germania rimarrà sostanzialmente invariato nel terzo trimestre del 2023. Ad annunciarlo gli economisti della Bundesbank che hanno dunque certificato il proseguo della stagnazione economica che sta affliggendo ormai da mesi i tedeschi. Come si può vedere dal grafico sottostante, si tratterà del quarto trimestre consecutivo senza crescita economica, del quinto trimestre negli ultimi sei. Per trovare un dato positivo bisogna tornare indietro al primo trimestre del 2022, quando ancora non si sentivano gli effetti dello scoppio della guerra in Ucraina. Conflitto che dal punto di vista economico ha avuto un effetto devastante sulla Germania.

LA CRISI DELL'EXPORT E L'IMPATTO DEL RIALZO DEI TASSI
La Bundesbank ha spiegato che la causa principale della nuova frenata dell'economia è il trend della domanda estera che penalizza le esportazioni, settore chiave per la crescita del Paese. Un ruolo importante stanno però avendo anche gli elevati costi di finanziamento dovuti all'aggressivo rialzo dei tassi da parte della Bce per combattere l’inflazione. Il maggiore costo del denaro incide su investimenti, costruzioni. I prestiti alle famiglie per l'acquisto di case hanno registrato un netto calo rispetto ai trimestri precedenti.
SEGNALI POSITIVI SUL FRONTE DELL'INFLAZIONE
Qualche piccolo segnale incoraggiante arriva solo sul fronte dell’inflazione che lentamente sta allentando la morsa. La crescita dei prezzi a luglio è scesa al 6,5% dal 6,8% del mese precedente. Da evidenziare anche che (a differenza di quanto sta accadendo in Italia) il potere d’acquisto dei tedeschi non sta subendo grossi contraccolpi per effetto dei numerosi accordi sindacali volti ad adeguare gli stipendi all’inflazione.
FRENATA TEDESCA PESA ANCHE SU ITALIA
I dati economici tedeschi sono importanti anche per noi italiani. Non solo perché la Germania è il primo partner commerciale per il nostro Paese (ovvero la meta più importante delle esportazioni italiane) ma anche e soprattutto perché il nostro sistema produttivo (specialmente quello del nord est) è fortemente integrato con quello tedesco. L’Italia è infatti un importante fornitore di prodotti intermedi (soprattutto nel settore manifatturiero) e dunque una flessione dell’export tedesco penalizza anche le aziende italiane. Il rischio che la crescita del nostro PIL nel 2023 e nel 2024 vada peggio delle attese è sempre più grande. E questo avrebbe conseguenze importanti in particolare sulla politica economica del governo. Non è un caso dunque che il ministro dell'Economia Giorgetti abbia già messo le mani avanti: la legge di Bilancio sarà complicata, non si potrà fare tutto.