L'Europa è in panne. La ricetta di Mario Draghi per superare il momento critico
L'ex premier ha anche indicato l'errore colossale fatto nella costruzione della UE

La parole di Mario Draghi non sono mai banali e vanno ascoltate con attenzione. Ospite alla presentazione dell’ultimo libro di Aldo Cazzullo, l’ex presidente della Bce e premier italiano ha parlato dell’Europa. “E’ un momento molto critico” ha affermato mostrandosi preoccupato. “Il modello di crescita – ha spiegato - si è dissolto e bisogna reinventarsi un modo di crescere ma per fare questo occorre diventare Stato. Il mercato europeo è troppo piccolo, ci sono tanti mercati e quindi le piccole imprese che nascono in Europa appena crescono o vendono o vanno negli Stati Uniti”.
“L’allargamento dell’Unione Europea – ha proseguito - senza modificare le regole che funzionavano quando eravamo dodici membri è stato un errore colossale. Ora la cosa più importante è capire come fare a costituire dei fondi europei che finanzino difesa e la lotta al cambiamento climatico. Serve poi una politica estera coordinata perché i ministri degli Esteri si vedono ma non si mettono d’accordo. Bisogna pensare a una maggiore integrazione politica, a un vero Parlamento d’Europa, iniziare a pensare che siamo che siamo italiani ed europei”.
Il messaggio dunque è molto chiaro: serve più Europa, serve accelerare sul fronte dell’integrazione dei paesi membri. Draghi però ha precisato che “oggi l’unione fiscale è meno importante di 10 anni fa perché con la moneta unica i paesi sono diventati molto più simili dal punto di vista industriale". "E poi - ha concluso - a partire da una certa data la Bce ha fatto da stabilizzatore dei mercati”.