Elon Musk guiderà il dipartimento per l’efficienza governativa: perché sarà uno tsunami anche per la politica italiana
Trump mantiene le promesse e affida all’imprenditore più ricco del mondo un compito importante nella sua squadra di governo
Elon Musk non piace a tutti ma anche chi non lo ama non può mettere in discussione una sua qualità: è un visionario. I progetti da lui realizzati parlano chiaro. Dal nulla ha creato la più grande casa automobilistica del mondo per capitalizzazione di Borsa. Tesla vale oltre mille miliardi, la seconda, Toyota, vale appena 229 miliardi. Sempre dal nulla ha creato SpaceX la società aerospaziale più avanzata del pianeta, che recentemente ha stupito il mondo recuperando con un sistema di bracci meccanici il razzo Super Heavy di ritorno dallo spazio.
Starlink, il suo sistema satellitare, è il più grande del mondo con oltre 6000 satelliti, più della metà di quelli attivi in orbita terrestre bassa. Con Neuralink ha impiantato chip cerebrali su due pazienti umani. Il primo paziente, Noland Arbaugh, un uomo di 29 anni rimasto tetraplegico dopo un incidente subacqueo, ha ricevuto il suo impianto a gennaio 2024 e ha dimostrato di poter controllare un cursore su uno schermo con il pensiero. A Las Vegas ha costruito una rete di tunnel sotterranei, denominata Vegas Loop che può essere utilizzata esclusivamente da veicoli Tesla.
L’elenco dei progetti realizzati potrebbe proseguire. Sono idee che altri imprenditori non sarebbero nemmeno riusciti a pensare, lui invece le ha fatte diventare realtà. I suoi metodi nella gestione delle persone che lavorano nelle sue aziende sono assai discutibili, spesso e volentieri vanno oltre il buon senso e le regole basilari di civiltà ma se davvero riuscisse a realizzare il suo progetto più ambizioso (portare l’uomo su Marte entro il 2028) sarebbe ricordato per l'eternità.
L'ultima mossa di Elon Musk è la discesa in campo nell'arena politica. Ha dato un contributo enorme e probabilmente decisivo all'affermazione di Donald Trump e avrà un ruolo centrale nella squadra del neo presidente. Per fare cosa? Per guidare un dipartimento per l’efficienza del governo e tagliare miliardi di costi dell’amministrazione pubblica.
L’eccentrico imprenditore ha chiarito in prima persona quale potrebbe essere il suo compito. “Il dipartimento per l’efficienza del governo – ha spiegato - esaminerà tutte le spese federali per eliminare quelle che non sono un buon impiego dei soldi pubblici”. “Mi piacerebbe dire – ha proseguito – che è un lavoro difficile, ma in realtà non lo è, perché c'è tanto spreco. Quindi, in realtà, penso che sia un lavoro abbastanza facile, anche se naturalmente ci sarà molta opposizione da parte degli interessi radicati che ricevono i soldi e non fanno nulla di buono con essi”.
L’obiettivo è sfidante: far risparmiare allo Stato circa 2 mila miliardi di dollari su un totale di 6,5 miliardi di spese federali. In termini percentuali quasi il 31%. Una spending review senza precedenti nella storia americana.
Ed è molto probabile che un ruolo fondamentale lo giocherà l’intelligenza artificiale, una tecnologia che Musk conosce molto bene, dato che attraverso la sua startup xAI ha sviluppato un modello di AI generativa simile a ChaGPT, chiamato Grok. L’IA potrebbe essere utilizzata per automatizzare una buona parte dei processi della pubblica amministrazione facendo risparmiare allo Stato somme enormi. Chi ha utilizzato qualche applicazione di IA generativa sa perfettamente che uno scenario di questo tipo non è più fantascienza.
Se Musk dovesse avere successo (e conoscendo le sue capacità molto probabilmente lo avrà) una spending review di questo tipo diventerebbe inevitabilmente un modello per tutti gli altri paesi avanzati del mondo e cambierebbe l’agenda politica sollevando quesiti molto rilevanti a cui nessun governo (o partito politico) potrebbe sottrarsi. E questo sarebbe vero in particolare per un paese super indebitato come l'Italia che da anni aspetta un taglio agli sprechi della macchina statale.
I quesiti sollevati da un eventuale (e probabile) successo di Elon Musk sarebbero fondamentalmente due. Primo: bisogna utilizzare l’intelligenza artificiale per ridurre gli sprechi e recuperare risorse oppure no? Secondo: cosa fare con le risorse risparmiate? Bisogna utilizzarle per tagliare le tasse e abbassare la pressione fiscale oppure per migliorare servizi fondamentali come la sanità e la scuola?
Quesiti che nei prossimi anni potrebbero diventare centrali nel dibattito politico, in particolare quello relativo all’utilizzo dell’IA per automatizzare processi e tagliare costi nelle costose macchine burocratiche statali. La nomina di Elon Musk alla guida del dipartimento per l’efficienza del governo americano potrebbe accelerare la storia e costringere anche la politica a fare i conti con la nuova era dell’intelligenza artificiale.