Quanto durerà ancora l’inflazione elevata in Italia? La previsione di Ignazio Visco

“L'inflazione tornerà sotto controllo, al 2%, non prima del 2025. Fino ad allora resta alta la vigilanza monetaria, ma tutti devono concorrere al processo di rientro dei prezzi”. Così si è espresso il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel corso della presentazione delle Considerazioni Finali dell’Istituto di Via Nazionale.
EVITARE GLI AUMENTI DEI SALARI
"Nelle contrattazioni nel mercato del lavoro – ha proseguito il banchiere centrale - va evitato un approccio puramente retrospettivo, poiché una dinamica retributiva che replicasse quella dell'inflazione passata non potrebbe che tradursi in una vana rincorsa tra prezzi e salari. Quello che occorre per un recupero del potere d'acquisto è una crescita più sostenuta della produttività”. Parole che hanno una logica economica ma che non consolano le famiglie italiane sfiancate e impoverite dall’aumento dei prezzi. Invocare in Italia un aumento della produttività per risolvere il problema appare decisamente poco realistico, dato che il Paese attende inutilmente ormai da decenni che questo accada e niente (al momento attuale) lascia ipotizzare che possa avvenire nei prossimi mesi o anni.
TENERE SOTTO CONTROLLO LA SPESA PUBBLICA
Visco ha poi messo nel mirino la logica dei bonus che da qualche anno è ormai la prassi della politica italiana. “Eventuali misure di bilancio – ha affermato - dovranno rimanere temporanee e mirate. E’ bene che gli interventi si chiudano tempestivamente quando non più indispensabili, sia perché il ritorno all'obiettivo della stabilità dei prezzi sarebbe più difficile in caso di trasferimenti pubblici eccessivi, sia per non contrastare il necessario passaggio a fonti di energia rinnovabile”.
POLITICA MONETARIA E SFORZO COMUNE PER COMBATTERE L’INFLAZIONE
“L'orientamento della politica monetaria - ha detto ancora Visco - deve continuare a essere definito in modo da garantire un rientro progressivo, ma non lento, dell'inflazione verso l'obiettivo ma (ha ribadito) il ritorno dell'inflazione su livelli in linea con l'obiettivo sarà più rapido e meno costoso se tutti – imprese, lavoratori e governi – contribuiranno a questo fine, rafforzando l'efficacia dell'indispensabile ancorché equilibrata normalizzazione monetaria. Le strategie di prezzo delle imprese giocheranno un ruolo fondamentale: simmetricamente a quanto avvenuto nella fase di rialzo dei corsi dell'energia del 2022, le recenti riduzioni di costo dovrebbero ora essere trasmesse ai prezzi dei beni e dei servizi”.
NESSUNA ILLUSIONE SULLA COMPATEZZA SOCIALE DEGLI ITALIANI
Anche in questo caso non si può che evidenziare la correttezza (dal punto di vista economico) delle parole del Governatore ma anche purtroppo la difficoltà che esse possano trovare compimento in un contesto come quello italiano, che raramente ha brillato quanto a compattezza sociale. Come dimenticare (giusto per fare un esempio inerente alla la corsa dei prezzi) gli aumenti ingiustificati e incontrollati all’indomani dell’arrivo dell’euro al posto della vecchia lira? Vere e proprie speculazioni rimaste impunite. Non è il caso dunque di farsi illusioni su un atteggiamento responsabile di aziende e commercianti (o su imminenti aumenti della produttività e dei salari). Le famiglie italiane per evitare un impoverimento sempre più marcato possono contare solamente sull'efficacia della politica monetaria (ovvero sui rialzi dei tassi da parte della Bce) o sulle brutali forze di mercato: di fronte ad un crollo della domanda, per causa di forza maggiore qualcuno sarà costretto ad abbassare i prezzi.