Tiscali.it
SEGUICI

Btp fuori dall'Isee: perché il vero problema non è il presunto "regalo" ai ricchi

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
Btp fuori dall'Isee: perché il vero problema non è il presunto 'regalo' ai ricchi

Nella bozza della Legge di Bilancio è stata confermata la norma che esclude i titoli di Stato dal calcolo Isee. Una misura che ribadisce la ferrea intenzione del governo Meloni di puntare sui piccoli risparmiatori italiani per rifinanziare il debito pubblico.

Come noto l’indice Isee è l’indicatore che serve per valutare la situazione economico patrimoniale delle famiglie e dunque per stabilire se hanno diritto alle prestazioni sociali agevolate. L’elenco è lunghissimo: assegno unico a favore delle famiglie, tasse scolastiche, bonus di vario tipo, solo per citarne qualcuna. E’ proprio la possibilità di accedere a benefici economici prima preclusi dovrebbe rappresentare (nelle intenzioni del governo) uno stimolo per i piccoli risparmiatori ad acquistare titoli di Stato.

E’ importante ricordare che questa nuova misura si aggiunge a quella già esistente da tempo della tassazione agevolata. Sui proventi finanziari dei titoli di Stato italiani (cedole, eventuali capital gain) si paga un'imposta del 12,5% contro il 26% applicato agli altri strumenti finanziari (azioni, obbligazioni societarie, fondi di investimento).

L’idea di escludere i Btp dall’Isee è maturata nel governo dopo l’enorme successo avuto nel collocamento dei Btp Valore. Emissioni che rappresentano sicuramente un fiore all’occhiello dell’attuale esecutivo. La prima emissione del BTP Valore, avvenuta a giugno 2023, ha consentito al Tesoro di raccogliere ben 18,19 miliardi di euro, superando l'obiettivo iniziale di 15 miliardi. La domanda complessiva, pari a 26,4 miliardi di euro, è stata 1,7 volte superiore all'offerta. La seconda emissione è invece avvenuta a ottobre 2023. Ha portato alla sottoscrizione di 641.881 contratti per un controvalore pari a 17.19 miliardi di euro, dunque solo di poco inferiore a quello della prima emissione nonostante condizioni di mercato molto più difficili. 

Queste due emissioni, assieme al successo dei Btp Italia indicizzati all’inflazione, hanno fatto capire al Tesoro che tra le famiglie italiane è tornata la voglia di investire sui titoli di Stato, dopo anni di freddezza.

La decisione di togliere i Btp dall’Isee presenta luci e ombre. Da un lato rischia di avvantaggiare non solo i piccoli risparmiatori ma anche fasce della popolazione benestanti che non hanno necessità di accedere alle prestazioni sociali agevolate. Per i critici è dunque un regalo per i ricchi.

Dall’altro lato della bilancia bisogna però considerare altri due aspetti. Il primo è che nei prossimi anni il Tesoro sarà costretto a rifinanziare una grossa fetta del debito pubblico in condizioni di mercato sempre più difficili a causa del disimpegno della Bce nell'acquisto dei nostri titoli di Stato. 

Il secondo aspetto (probabilmente quello più rilevante in assoluto) è che convogliare una parte della grande massa di risparmio privato italiano sul debito pubblico consentirebbe al nostro Paese di essere meno vulnerabile nei mercati finanziari internazionali.

Un caso rilevante a questo proposito è quello del Giappone che pur avendo un debito pubblico più alto di quello dell’Italia (263% del PIL contro il nostro 144%) non vive particolari apprensioni perché per oltre il 90% il debito è in mano a investitori giapponesi. In Italia il dato si aggira invece attorno al 73% con un ruolo preponderante di Banca d’Italia e istituti bancari. La quota delle famiglie si ferma al 10,9% a fronte di una ricchezza privata stimata in circa 5 mila miliardi di euro (contro un debito pubblico complessivo di circa 2800 miliardi di euro).

Provare a far crescere la quota di debito italiano in mano alle famiglie è giusto e doveroso da parte del governo ma a un condizione: che ci sia serietà nelle politiche di bilancio. Di fronte alla fiducia concessa dai piccoli risparmiatori il governo deve impegnarsi a tenere sotto controllo il deficit e a far calare il debito pubblico.

Purtroppo però la Legge di Bilancio in corso di approvazione non va in questa direzione e crea nuovo deficit pubblico (15,7 miliardi di nuovo debito sui 24 miliardi complessivi della Manovra). Questo è il vero nodo di tutta la vicenda: è corretto spingere gli italiani a finanziare il debito pubblico senza mostrare allo stesso tempo rigore nella gestione dei conti pubblici?

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
I più recenti
La lezione di Reagan sulla pericolosità dei dazi che Trump sta facendo finta di non conoscere
La lezione di Reagan sulla pericolosità dei dazi che Trump sta facendo finta di non conoscere
Wall Street boccia Donald Trump: perché gli investitori stanno scappando dalla Borsa americana
Wall Street boccia Donald Trump: perché gli investitori stanno scappando dalla Borsa americana
Il prezzo del riarmo lo pagano anche i risparmiatori italiani: quanto hanno perso i possessori dei Btp
Il prezzo del riarmo lo pagano anche i risparmiatori italiani: quanto hanno perso i possessori dei Btp
La Bce taglia il costo del denaro dello 0,25%. Gli effetti sulle rate del mutuo: le simulazioni 
La Bce taglia il costo del denaro dello 0,25%. Gli effetti sulle rate del mutuo: lesimulazioni 
Le Rubriche

Michael Pontrelli

Giornalista professionista ha iniziato a lavorare nei nuovi media digitali nel...

Stefano Loffredo

Cagliaritano, laureato in Economia e commercio con Dottorato di ricerca in...

Alice Bellante

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla LUISS Guido Carli...

La Finanza Amichevole

Il progetto "La finanza amichevole" nasce da un'idea di Alessandro Fatichi per...

eNews

Notizie e riflessioni sul mondo degli investimenti