Argentina campione del mondo di populismo: azzerate le tasse sul lavoro. Perché sarà un boomerang
Il Parlamento di Buenos Aires ha dato il via libera a una misura incredibile: l'azzeramento delle imposte sul reddito (la nostra IRPEF) per il 99% dei lavoratori dipendenti argentini. Il provvedimento è stato presentato dal ministro dell'Economia, Sergio Massa, poche settimane prima delle elezioni presidenziali previste per il 22 ottobre, in cui lo stesso Massa si presenta come candidato della coalizione di centrosinistra.
L’azzeramento delle tasse in modo permanente coinvolge 800 mila lavoratori e pensionati. Gli unici esclusi dalla misura sono quelli che percepiscono un reddito superiore a 15 volte il salario minimo federale, che corrisponde a 1,77 milioni di pesos al mese, ovvero oltre 5.000 dollari. Nel complesso si tratta dell’1% dei lavoratori.
Secondo le prime stime degli economisti l’azzeramento quasi generalizzato delle tasse costerà 5,7 miliardi di dollari che sarà finanziato principalmente stampando moneta e dunque creando inflazione che in Argentina è già tra le più alte del mondo, con un tasso annuale superiore al 120%. E' facile prevedere che i risparmi dovuti all'azzeramento delle tasse saranno rapidamente erosi dall'ulteriore incremento dell'aumento dei prezzi.
La decisione annunciata da Buenos Aires ha lasciato di stucco la comunità finanziaria internazionale e il Fondo monetario internazionale che nel 2018 con un accordo da 45 miliardi ha rifinanziato il debito argentino. Il Governo si è impegnato con l’Fmi a mantenere il deficit pubblico sotto controllo ma un nuovo default (l’ennesimo) sarà molto probabilmente inevitabile.